Il corpicino di Nerina
Il corpicino di Nerina

VITTORIA (Ragusa) – Ci sono storie che si fatica persino a scrivere, tanto il pensiero istintivamente ne rifugge. Quella denunciata e resa nota questa mattina dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane che dà conto dell’ennesima mite randagia seviziata, abusata e torturata a morte con un ferro da maglia è una di queste. E’ accaduto a Vittoria, nel ragusano. La vittima è Nerina, una cagnolina di tutti e di nessuno buona e socievole. Aveva trovato l’accudimento dei volontari Lndc e il riparo di fortuna presso un distributore di benzina dove era più che benvoluta. E sono stati proprio i titolari della pompa di carburante a scoprire l’accaduto.

Insospettiti dalle macchie di sangue sparse per l’area di servizio, hanno voluto visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza. Attraverso quei video hanno scoperto l’orrore: un cinquantenne senza fissa dimora per due sere di seguito l’ha torturata penetrandola con un ferro da calza ripetutamente. Alla fine, le lesioni interne che hanno straziato il corpicino della piccola Nerina ne hanno provocato la morte. L’uomo è stato denunciato, ma è a piede libero perché per i reati contro gli animali la legge non prevede né fermo né arresto. “Sebbene questo essere deplorevole abbia rivelato una personalità sociopatica e di conseguenza una pericolosità sociale che potrebbe rivolgersi anche verso gli umani – scrive Lndc – purtroppo, circola regolarmente”.

“Lndc ha sporto denuncia e si costituirà parte civile in sede processuale”, annuncia la Presidente di Lega Nazionale per la Difesa Cane Piera Rosati. “Il punto focale però è che la normativa vigente (189/04) per questi crimini prevede pene troppo deboli per consentire l’arresto e anche in caso  di condanna definitiva è assai improbabile che le pene detentive vengano scontate effettivamente. Siamo quindi di fronte a una situazione inammissibile – conclude Rosati – e non smetteremo di batterci perché le cose cambino e gli animali vengano finalmente considerati esseri senzienti e che sia loro riconosciuta la dignità che meritano”. Sono molti gli studi statunitensi ed europei che indicano i reati contro gli animali come precursori di quelli contro gli esseri umani.
 

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