Una delle manifestazioni contro il regolamento adottato oggi
Una delle manifestazioni, a Montreal, contro il regolamento adottato

ROMA – Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi: con un regolamento municipale Montreal, in Canada, ha imposto il ‘divieto di pitbull’. Di adottarne di nuovi, su territorio cittadino, ma anche di sopprimere gli esemplari già in città laddove si rendano responsabili di aggressioni o altre malefatte. Fin da subito il regolamento ha provocato la reazione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC), ma oggi la sua presidente nazionale Piera Rosati ha scritto all’ambasciatore canadese a Roma Peter McGovern – tra l’altro proprio nativo di Montreal – per sollecitare un passo indietro sul provvedimento e una sua rivalutazione. Ecco il testo della lettera:

“Signor Ambasciatore,

Le scrivo in qualità di Presidente di Lega Nazionale per la Difesa del Cane, associazione che da oltre sessantacinque anni opera su tutto il territorio nazionale per tutelare gli animali di ogni specie.

Sono profondamente rammaricata e preoccupata per la legge che è stata approvata qualche giorno fa dalle autorità locali di Montreal, tra l’altro Sua città natale. Mi riferisco ovviamente alla legge che prevede l’eutanasia per i cani di razza pitbull o incroci di tale razza. Una legge che fa regredire di decine di anni l’idea di civiltà che tutti noi abbiamo riguardo al Suo Paese.

Un pitbull come questo è lo sfortunato protagonista di questa storia
Un pitbull

È ormai noto a chiunque abbia un minimo di conoscenza cinofila che i pitbull non sono cani pericolosi in quanto tali, non hanno una tara genetica che li rende incondizionatamente aggressivi. Purtroppo è altrettanto vero che spesso questo genere di cani finiscono nelle mani di persone sbagliate che li rendono volutamente aggressivi. Il problema risiede quindi negli umani che scelgono questi animali per i motivi sbagliati e li addestrano con l’obiettivo specifico di renderli pericolosi.

Spero che converrà con me che è pertanto incivile, ingiusto e scorretto punire con la pena di morte dei cani che non hanno scelto quella vita invece che prendersela con chi li ha addestrati in quel modo. Allo stesso modo è incivile, ingiusto e scorretto punire le tante brave persone che hanno o vorrebbero in famiglia un animale di questa razza dandogli la giusta educazione. L’approccio più corretto sarebbe di sanzionare i criminali e attivare dei percorsi di rieducazione e reinserimento degli animali problematici.

Le chiedo pertanto di intercedere presso il Suo Governo e la municipalità di Montreal affinché venga fatto un passo indietro e si prendano in considerazione altre strade che rispettino la vita delle persone quanto degli animali”.

 

Condividilo!