AREZZO – Agosto è alle porte, anche noi qui a qualazampa.news stiamo per prenderci un pochino di riposo ma attenzione! Mica vi sarà passato per la testa di partire lasciando il cane solo in casa, benché con acqua e crocchette, vero? Innanzitutto non si fa perché non si fa: la ciotola dell’acqua si potrebbe rovesciare e il cane potrebbe rimanere senza nelle giornate torride, i croccantini potrebbero terminare, il piccolo potrebbe essere preda di più che giustificate crisi d’ansia e comunque, per quanto il cane sia tranquillo, magari anche addestrato ed educato, il cane non è autosufficiente. In casa potrebbe capitare qualunque cosa: potrebbe sentirsi poco bene mentre è da solo, potrebbero entrare intrusi malintenzionati e fargli del male o rapirlo, la casa potrebbe andare a fuoco, crollare per un terremoto… qualunque cosa. E il nostro migliore amico non sarebbe in grado di prendersi cura di sé da solo. Quindi non si fa.
E poi non si può: è reato. Lo ha stabilito anche di recente una sentenza con cui il tribunale di Arezzo ha condannato al pagamento di un’ammenda di 3mila euro più le spese legali la proprietaria di un cagnolino proprio per questo comportamento, e proprio con queste motivazioni. Abbandono, infatti, precisa la sentenza, non è solo scaricare il cane in autostrada, ma anche smettere di occuparsene sapendo che il cane non è in grado di farlo da solo. In effetti non è la prima volta che la nozione di abbandono viene così declinata in giurisprudenza. Già la corte di cassazione, ricorda anche studiocataldi.it, con il pronunciamento del 2011 n. 18892 estende il significato al “senso di trascuratezza o disinteresse verso qualcuno o qualcosa o anche mancanza di attenzione“, in maniera coerente con quanto espresso dall’articolo 591 del codice penale in tema di abbandono di persone incapaci.