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Nel 2015 impennata di combattimenti clandestini

ROMA – Ogni ora, in Italia, una procura apre un fascicolo d’inchiesta per reati ai danni di animali; il ritmo dell’attività inquirente è di un indagato ogni 90 minuti. Sono i dati che emergono dal rapporto sulle zoomafie Crimini organizzati contro gli animali realizzato come ogni anno dalla LAV che, fin dal 1998, ha istituito l’Osservatorio nazionale zoomafia. Ebbene, anche per il 2016 i cani compaiono troppe volte nel ruolo di vittime fra traffico di cuccioli, combattimenti clandestini e quant’altro.

E proprio i combattimenti rappresentano una vera e propria emergenza: nel 2015, rispetto all’anno precedente, c’è stato un aumento del 64% dei cani sequestrati e del 110% delle persone denunciate: 46 cani, tra cui 30 pit bull, e 21 persone denunciate, tra cui un minorenne. Detenzione di armi clandestine, furto di energia elettrica, ricettazione, possesso di droga sono alcuni dei reati accertati nell’ambito dei combattimenti. A segnalare la recrudescenza del fenomeno, furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti, sequestri di allevamenti di pit bull, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni. Per contrastare il notevole aumento delle lotte clandestine, è attivo il numero Lav Sos Combattimenti 064461206.
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Numeri record per la tratta di cuccioli dall’Est

Non meno preoccupante la tratta dei cuccioli dai paesi dell’Est europeo, uno dei business più redditizi per vere e proprie organizzazioni transnazionali. Tenendo conto solo dei casi di cui la Lav è venuta a conoscenza, sono circa 500 i cuccioli sequestrati (valore complessivo circa 400mila euro) e 28 le persone denunciate nel 2015. Nei paesi di origine i cuccioli vengono allevati in strutture fatiscenti e venduti per pochi euro, spesso arrivano ammalati e accompagnati da falsi pedigree.

Dall’analisi dei dati delle Procure (prendendo in esame un campione di Procure di cui sono disponibili i dati sia per il 2014 che per il 2015), si evince che nel 2015 c’è stato un aumento del 3% dei procedimenti penali per reati contro gli animali, mentre gli indagati sono diminuiti del 4%. Il reato più contestato è quello di maltrattamento di animali (29,93% del totale dei procedimenti), seguito da uccisione di animali (28,63%). E sulla base dei dati pervenuti dalle Procure, la Lav traccia anche una geografia dei crimini contro gli animali. La procura con meno procedimenti per reati contro gli animali è quella di Trapani, seguita da Vasto, Crotone, Sciacca e Lamezia Terme. La procura di Brescia si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali nel 2015 (456 procedimenti e 340 indagati), seguono Cagliari, Verona, Catania, Firenze, Udine, Bergamo, Siracusa, Forlì, Palermo, Grosseto, Torino, Latina e Padova.
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