canicross
Uomo, cane e natura: gli ingredienti del canicross

Oggi – mentre c’è chi sta leggendo spaparanzato sul divano – una pattuglia di motivati volenterosi sta gareggiando in quel di Lodi nella quarta tappa del campionato nazionale di Canicross. Ma cos’è e in cosa consiste questa disciplina? Andiamo a vedere, così magari qualcuno si tira pure su dal divano…

Tutto nasce dalla semplice, naturale, inevitabile, pluriquotidiana passeggiata con Fido per evolvere prima nel dog-walking (un po’ la versione non agonistica e adatta a tutti del canicross), poi nel dog running e infine in lui: il canicross che, regolamento CSEN alla mano, aggiunge al running a 6 zampe la difficoltà della velocità, col percorso da completare nel più breve tempo possibile. Uomo e cane – a cui va il compito di trainare l’umano a cui è legato tramite un’imbracatura che ricorda, e ne deriva, anche, quella dello sleddog – corrono dunque a precipizio, poiché nella classifica conta solo il tempo finale.

canicross acqua
Gli ostacoli lungo il percorso sono il sale della disciplina

Ma occhio: non è che si corra dritti dritti in rettilineo e magari pure piano; troppo facile, che cross sarebbe? No: il divertimento nei percorsi, immersi nella natura, sta anche nelle difficoltà che comprende e che possono andare da tratti con ostacoli artificiali a attraversamento di fiumi, scollinamenti, tratti in acqua con boe e passerelle e via cimentandosi per un divertimento assicurato in cui cane (di qualsiasi razza e non-razza) e uomo (idem) saldano la loro relazione in coordinamento e velocità.

Ovvio: nessuno pensi ora di iscriversi alla quinta tappa del campionato nazionale perché qui non è che ci si improvvisa, tutt’altro. Servono allenamento specifico e preparazione che possono partire anche da un livello base, amatoriale e quasi ludico. E poi serve un minimo di attrezzatura: cintura, linea e pettorina con cui stare legati in binomio. Proprio perciò, una parte dell’allenamento dovrà consistere nell’insegnare al cane a mantenere un’andatura costante compatibile con quella del padrone, senza tirarselo dietro a mo’ di aquilone lanciandosi in corse forsennate. Disciplina, dunque, e umiltà: la nostra di umani, per ammettere che il cane corre molto più veloce di noi e che quindi nella minicordata canicross l’anello debole siamo proprio noi, e l’umiltà di Fido che dovrà imparare a ‘scalare la marcia’ fino al nostro miserando (secondo lui) livello.

canicross attrezzatura
Attrezzatura semplice ma specifica

L’attrezzatura necessaria a avviare la pratica del canicross, usato storicamente anche per mantenere allenati i cani da sleddog in assenza di neve, non è particolarmente complessa: servono cintura-linea-pettorina per legare uomo e cane e dei booties che sono scarpettine per i cani necessarie a proteggere loro le zampe qualora abbiano polpastrelli delicati o in presenza di escoriazioni. Questi ultimi non sono obbligatori, ma è bene averli di scorta non si sa mai. Invece il resto sì. La cintura si lega in vita alla persona ed è provvista di imbottiture per evitare sollecitazioni brusche sull’area lombare e più in generale con riflessi sull’intero sistema muscolo-scheletrico. La cintura si aggancia alla linea, una corda con segmento elastico (anche qui lo scopo è ammortizzare gli effetti di eventuali brusche variazioni di passo) che, in tensione massima, non deve superare i 2 metri di lunghezza. Ha un moschettone per parte (almeno uno deve essere a sgancio rapido) e l’altra parte si aggancia infatti alla pettorina indossata dal cane. La migliore, nel senso che distribuisce meglio il carico del peso sulla schiena e le zampe del cane, è quella da sleddog. Altrimenti ce ne sono di speciali che somigliano a quelle ad H ma hanno imbottiture strategiche in grado di evitare abrasioni o lesioni cutanee o altri fastidi all’amico a quattro zampe. E allora pronti? Attenti? Via!

canicross cartoon
Pippo e Pluto ce la mettono tutta

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