RENNES (Francia) – Un’inchiesta del quotidiano francese Le Figaro getta ombre sul caso del test clinico di fase I su un candidato farmaco antidolorifico dell’azienda portoghese Bial, finito in tragedia lo scorso gennaio nel laboratorio Biotrial di
Rennes, in Bretagna. Un volontario sano è morto e altri 5 hanno riportato gravi danni cerebrali, ma secondo le rivelazioni della testata d’Oltralpe il dramma si sarebbe forse potuto evitare: quando la molecola è stata utilizzata sugli animali durante la fase preclinica della sperimentazione, si legge infatti nell’articolo, “alcuni cani sono morti“.
Il numero dei decessi di quattro zampe non è specificato, ma per Le Figaro si tratta di “un’informazione esplosiva” che, secondo indiscrezioni raccolte dal quotidiano presso la Commissione temporanea di esperti (Csst) costituita dall’Agenzia del farmaco francese (Ansm) per far luce sulla vicenda, avrebbe probabilmente dovuto impedire la somministrazione nell’uomo di “dosi importanti” del composto allo studio.
La morte dei cani-cavia è un dato di “importanza considerevole” e “avrebbe potuto rappresentare un vero segnale d’allerta”, commenta nell’articolo Daniele Piomelli, docente di neurobiologia e farmacologia all’università della California di Irvine. Ma perché questi decessi non sono emersi dalle indagini ufficiali? “Abbiamo fornito tutte le informazioni che potevamo dare, ma esiste la proprietà industriale”, risponde Dominique Martin, direttore generale dell’Ansm.