BRESCIA – La corte d’appello di Brescia ha confermato le condanne emesse in primo grado nei confronti dei vertici di Green Hill, l’allevamento di cani Beagle chiuso nel bresciano nell’estate del 2012. Confermate dunque le condanne a un anno e sei mesi per Renzo Graziosi, veterinario della struttura e per Ghislene Rondot cogestore di Green Hill. Condanna confermata ad un anno invece per il direttore Roberto Bravi.
“E’ una giornata importante, oggi ha vinto nuovamente la legalità”, è il commento a caldo di Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa che era parte civile nel procedimento giudiziario. “Con la conferma della condanna di primo grado a complessivi quattro anni inflitta ai vertici dell’allevamento Green Hill – prosegue – giustizia è stata fatta due volte. Restano tuttavia le sofferenze degli animali che, purtroppo, nessun verdetto potrà mai cancellare, anche se siamo orgogliosi di essere riusciti a sottrarre moltissimi beagle ai loro aguzzini“.
Dal canto suo l’azienda Green Hill, annunciando il ricorso in Cassazione, ha spiegato che “il processo è stato fin dalle fasi iniziali fortemente influenzato da una campagna animalista ingiustamente accanita che in realtà vuole vedere l’azienda condannata non per i metodi di allevamento, ma piuttosto per le finalità di quest’ultimo e non ne considera la necessità per la ricerca medico-scientifica“.