ROMA – “A pochi giorni dalla prima udienza del processo per i presunti maltrattamenti di animali nel canile-rifugio romano Parrelli, prevista il prossimo 3 febbraio presso il tribunale di Roma, la Lav chiede nuovamente al prefetto Franco Gabrielli di revocare l’autorizzazione sanitaria concessa nel 1999 a questa struttura: una decisione opportuna, tanto più nel contesto della gestione commissariale. E così questo canile, posto sotto sequestro giudiziario dalla procura di Roma nell’ottobre del 2013 per gravi maltrattamenti, inidoneità strutturale e gestionale – e per questo dal 3 febbraio al primo grado di giudizio presso il Tribunale di Roma – potrebbe riaprire a causa di un’autorizzazione sanitaria mai revocata dall’ex sindaco Ignazio Marino, nonostante l’istanza avanzata a suo tempo dalla Lav. Proprio per scongiurare la possibile riapertura di questa struttura di sofferenza, la Lav rivolge un nuovo appello al prefetto affinché revochi subito tale autorizzazione”. Così in un comunicato della Lav. Il risvolto: Roma per un soffio non ha chiuso i canili comunali di Muratella e Poverello, ma magari lascia in attività il canile protagonista di procedimento giudiziario. Paradossi amministrativi.
“Esprimiamo preoccupazione e sconcerto per l’assenza di decisione – prosegue Lav – in merito alla richiesta di revoca dell’autorizzazione sanitaria al canile Parrelli che abbiamo avanzato ormai quasi un anno fa. Le precedenti istanze, secondo quanto riferito dalla segreteria del commissario Tronca, sono state inoltrate all’ufficio diritti degli animali del Comune di Roma e da questo alla procura: una procedura non corretta da un punto di vista normativo – scrive Lav – perché non possono esservi dubbi sulle competenze in capo al Comune.
Il processo che inizierà il 3 febbraio, ricorda Lav, vede imputati: Giuseppina Lacerenza Parrelli, gestore della struttura, due inservienti, il direttore sanitario, e quattro medici veterinari della Asl Roma B, accusati di gravi reati a danno dei cani e dei gatti che erano detenuti nella struttura, tra cui il reato di maltrattamento di animali (art. 544 ter del Codice penale), detenzione incompatibile (art.727 C.p.) ed esercizio abusivo della professione medica (art. 348 C.p.). La Lav, ente denunciante e parte attiva nella messa in sicurezza degli animali con il supporto delle associazioni Alfa e Avcpp, si costituirà parte civile. “Seguiremo passo dopo passo ogni momento del processo, affinché ogni eventuale responsabilità venga accertata e perché simili vicende non si ripetano”, afferma Lav