NANTES (Francia) – Un’associazione per distribuire crocchette ai cani dei senza tetto: ci ha pensato, a Nantes in Francia, un ex senza fissa dimora. Perché Christophe, 42 anni, la strada ormai da qualche mese l’ha lasciata. Ma non ha dimenticato quei dieci anni in cui è stato un senza tetto. Così ogni mercoledì pomeriggio inizia il suo giro per le strade del centro cittadino di Nantes, partendo da place du Commerce, trainandosi dietro il suo carrettino con le ruote bianche. Dentro c’è della merce da distribuire, ma è qualcosa di un po’ particolare: sacchettini pieni di crocchette, bocconcini, prodotti antiparassitari… è infatti ai cani dei senza tetto che l’associazione creata da Christophe, Les babines de l’espoir (le labbra della speranza) vuole essere d’aiuto. E già conta una trentina di beneficiari.
“Per le persone in stato di bisogno – spiega Christophe, che ha diviso i suoi anni in strada con un meticcio di pastore di nome Margot – esiste un buon numero di presidi di supporto. Insomma, si riesce sempre a sbrogliarsela nei momenti difficili. Per i cani, invece, molti di meno. E i cani di strada, che spesso sono cani grandi, sono anche molto golosi”. “La mia – conferma uno dei senza tetto che ha portato il suo cane alla distribuzione di crocchette del mercoledì pomeriggio – pesa 40 chili e mangia oltre un chilo di crocchette al giorno”. “Sono tre o quattro euro dell’elemosina che se ne vanno ogni volta”, calcola in fretta Christophe. Grazie alle donazioni, l’ideatore dell’iniziativa ha già raccolto uno stock di 150 chili di pappa,e sta cercando un locale per l’associazione, che intanto ha preso vita anche a Bordeaux e ora spera di potersi espandere anche in altre città.
Intanto, Christophe si prepara al Natale: mercoledì 23 dicembre distribuirà una ventina di pacchettini natalizi con una medaglietta, dei bocconcini e altre piccole prelibatezze. Al di là delle crocchette, però, l’associazione spera di poter assicurare presto delle cure d’urgenza, magari unendo le forze con dei veterinari. “Il cane – insiste Christophe – è l’ultimo legame che ci resta prima di isolarci completamente. E’ anche una protezione, certo, in caso di aggressione. Ma avere qualcuno di cui occuparci ci riconnette alla vita e ci aiuta a non fare troppe sciocchezze”.