ROMA – I cani speciali hanno il fiocchetto giallo. Proprio così: si chiama Yellow Dog Project il movimento globale nato ormai alcuni anni or sono per aiutare i cani che, una volta in passeggiata al parco o per la via, hanno per qualche motivo bisogno di più spazio rispetto ad altri conspecifici più disinvolti e aperti al mondo.
Stati Uniti e Canada, ma anche Africa, America Latina, Australia, Asia, Europa… ovunque il nastro giallo allacciato al guinzaglio del cagnolino, o una bandana gialla al collo, significano la stessa cosa: che il nostro amico è speciale e ha bisogno che nessuno gli si chini sul muso nemmeno per accarezzarlo, o che gli altri cani non gli si affollino attorno.
Potrebbe essere una necessità provvisoria, ad esempio per un cane convalescente e ancora con punti di sutura o per una femminuccia in calore, oppure permanente in caso di quattro zampe non solo più aggressivi ma anche e soprattutto timorosi, timidi, impacciati nelle interazioni, semplicemente anziani e con l’artrosi a renderli insofferenti. Proprio come capita a noi.
Ancora, il fiocco giallo potrebbe essere d’aiuto nel segnalare un cane impegnato in una sessione di addestramento – magari come cane guida o da assistenza – e che necessita di rimanere concentrato su ciò che sta facendo. O un cane appena adottato dal rifugio e di cui il proprietario non conosce ancora a menadito le reazioni. Di certo non è un alibi per non farsi aiutare da un educatore professionista nel superare insieme le eventuali difficoltà di relazione del proprio cane, ma mentre si lavora insieme a sei zampe e due cuori beh: il fiocco giallo può essere un utile strumento di tutela.
L’idea è l’uovo di Colombo e si va diffondendo attraverso il tam tam globale della rete, tra social network e siti dedicati. Senza informazione resta infatti inutile inalberare un fiocchettone giallo a mo’ di uovo di Pasqua sul guinzaglio del proprio amico con la coda, se poi si incrocia il disinformato di turno pronto a gridare entusiasticamente: «Ma che bel fiocchettino giallo ha questo cagnolino!», e il piccoletto lì a ingobbirsi di terrore. Una ringhiatina gli starebbe pure bene. Anche umana. Vale lo stesso. Passare parola, please.