da Silvia Ceccarelli Pratesi riceviamo e pubblichiamo (con un saluto a Ciri da parte nostra)
Il 30 gennaio 2017 ci siamo dovute dire addio. È stato uno dei giorni più tristi della mia vita. E le righe che seguono le ho scritte proprio in quel periodo, per poterle rileggere nei momenti in cui avrei sentito di più la tua mancanza.
CIRI, PER TE…
È finita. Dopo quasi quindici anni di vita insieme non ci sei più per davvero ed io ho il cuore spezzato. Non riesco a smettere di piangere. Non ce la faccio a stare senza di te. E quando ti penso devo sedermi perché mi manca il respiro. Sono cresciuta insieme a te, ed ora mi manchi da impazzire, Cirillina mia, ad ogni ora del giorno e della notte.
Quando sono in casa a volte mi sembra di sentirti vicina a me, di sentirti camminare con quelle tue zampette tanto storte quanto carine, o addirittura abbaiare, ma poi mi rendo conto che non può essere altro che un brutto scherzo della mente.
Mi manchi quando mentre sto tornando a casa inconsapevolmente ti immagino lì ad aspettarmi, pronta a venirmi incontro scodinzolante e felicissima.
Mi manchi in ogni gesto quotidiano, quando voltandomi non trovo più i tuoi occhioni dolci, profondi e sinceri che mi fissano, e quando mangio senza più sentirmi osservata.
Mi manchi a tavola, perché la tua sedia, su cui ti piaceva stare per guardare noi mangiare, è vuota, e anche quando la mamma sbuccia la pera e le puntine di ogni spicchio non le può più dare a te. E mi manchi perché mentre mangiamo non gironzoli per la cucina a cercare le briciole come un’aspirapolvere.
Mi manchi perché la mattina non mi sveglio più con te sul mio letto pronta a leccarmi la faccia appena apro anche solo un occhio.
Mi manchi perché non posso più riempire di bacini quel tuo bel tenero musino, un tempo biondo con un triangolino bianco al centro, ma ormai imbiancato quasi totalmente, e quel tuo tartufino nero, sempre curioso di annusare il mondo.
Mi manchi perché il giardino è troppo silenzioso senza te che ti lanci all’impazzata contro il cancello in fondo al giardino per abbaiare ai cani che passano. Sei stata l’incubo peggiore dei volontari del canile; non hai mollato nemmeno gli ultimi due giorni, anche se non stavi affatto bene. Quanti accidenti ci avranno mandato in quindici anni per colpa tua, eh?!
Mi manchi perché non posso più dirti “Ciri, l’ossino!!!”, l’unico comando che tu abbia mai imparato. Quanto ti piacevano, erano la tua droga! A pensarci bene, Cirillonza, cosa non ti piaceva? Eri la nostra “cicciona”, il nostro “pozzo senza fondo” che divora di tutto, comprese le dita.
Manchi al babbo che mentre fa colazione non si sente più i tuoi occhi imploranti puntati addosso, in attesa di ricevere la tua dose quotidiana di biscotti. Non riesce nemmeno più a parlare di te, perché sa che appena ci prova inizia a piangere.
Manchi alla mamma, che uno dei tuoi ultimi giorni, mi ricordo, ha preso il tuo musino dall’aria sofferente fra le sue mani e lo ha appoggiato sul suo viso, e ti ha detto piangendo: “Come faremo senza di te?”. Bella domanda, come facciamo? La mamma la mattina continua a lasciarti un po’ di latte e caffè, e solo dopo si rende conto che non ci sei più; e proprio lei che prima diceva che non avrebbe voluto un altro cane dopo di te perché è troppo impegnativo, è stata la prima a dire di desiderarne subito un altro, possibilmente che somigli a te, per cercare di colmare almeno in parte il vuoto che ci hai lasciato. Pensa Ciri, si lamenta pure che ora la casa è troppo pulita e che non deve più asciugare il pavimento di mezza cucina come faceva, urlando, ogni volta che andavi a bere.
Manchi anche a Simone, che purtroppo non ha nemmeno potuto salutarti; ha potuto assistere solo da lontano, e quando lo ha saputo mi ha detto di dirti: “Mannaggia a te. Un potevi aspetta’?!”. Ma visto che quando arriva, questo momentaccio non aspetta nessuno, Simone ha cercato di rimediare mandandoti un video tenerissimo.
Manchi anche a Marco, che ti ha sempre un po’ temuto, non si sa nemmeno per quale motivo, forse perché gli ho sempre detto che amavo più te di lui, o perché quando magari eravamo insieme sul letto a farci le coccoline spesso arrivavi te e ti sdraiavi proprio nel mezzo, e non c’era più verso di farti spostare (nemmeno con l’ossino!).
Insomma, Cirillina, manchi a tutti.
Il babbo dice che è sbagliato tenere un cane in casa perché poi ci si affeziona troppo a lui, e ha detto che sta soffrendo come quando è morto Daniele, ma io sono sicura che ne vale la pena di soffrire ora in cambio di tutto l’amore che un cane può donare durante la sua vita, e in fondo anche lui lo sa.
Quanto vorrei poterti rivivere, Piccolina. Mi ricordo la prima volta che ti ho vista, eri così piccola e stavi dormendo sulla pancia del babbo, ed io ero così felice! Cosa avrei potuto desiderare di meglio?
È stato Amore dal primo istante che ti ho incontrata, l’Amore quello con la A maiuscola, quello vero, puro, leale, eterno. Per me sei sempre stata la cagnolina migliore di tutte. Eri il centro del mio mondo, mondo in cui mi sentivo a mio agio soltanto quando eri con me, perché sola fra la gente non ci so stare, perché nessuna persona potrà mai darmi tanta sicurezza e fiducia come mi davi te; mentre gli amici arrivavano e se ne andavano, tu eri sempre lì, e solo nella tua amicizia ho sempre creduto per davvero. Sei stata preziosa, essenziale per me. Eri, sei, tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno. Non hai mai smesso di sorprendermi. Ho parlato di te praticamente a chiunque, persino nel mio tema dell’esame di terza media ho raccontato di te. Eri la mia “Topina”, la mia “bambina”, la “dolcezza del mio cuore”.
Purtroppo, però, il tempo passa, e anche troppo velocemente. Via via che ti vedevo invecchiare, al pensiero che tu un giorno non ci saresti stata più, succedeva che a volte mi venissero le lacrime agli occhi. Anche se sapevo che prima o poi sarebbe successo, se provavo ad immaginare la mia vita tra dieci, venti, o trent’anni, involontariamente c’eri sempre tu al mio fianco. Avrei voluto che vivessi per sempre. Non avrei mai voluto perderti, perché di te non ne avrei mai avuto abbastanza. Tutti mi dicono che devo essere contenta di averti avuta, ma io non riesco proprio ad abituarmi alla tua assenza.
Ho sempre pensato che dopo di te avrei voluto adottare subito un altro cane, e prima o poi lo farò _In realtà, dopo 24 giorni tristissimi di “vita senza cani”, è arrivato Stoppino (YURI), il cane rottame, storto, montato male; e un anno e un giorno dopo Yuri anche Scarlett è entrata a far parte del club; ed amo tantissimo anche loro. Comunque, ogni cane è diverso dall’altro e nessuno potrà mai rimpiazzare la Ciri_ ma, ora come ora, non riesco proprio ad immaginare come potrò amarlo così tanto come ho amato te. Davvero Ciri, mi sembra impossibile, perché il mio amore per te è immenso, infinito. Io voglio te! Voglio accarezzare ancora il tuo pelo morbidissimo e sentirne quell’odore buono, di ammorbidente, che aveva dopo che eri rimasta a dormire per ore sulla tua coperta sul divano.
Ciri, hai lasciato il segno, sei ovunque. Ed io ti devo così tanto. Innanzitutto, grazie per avermi insegnato così tanto, seppur senza parlare.
Grazie perché sei stata paziente con me e Simone che, soprattutto da piccoli (io anche da grande!), non ti abbiamo dato vita facile.
Grazie per avermi fatto ridere così tanto, instancabile “cane pazzo” (come ti chiamava Simone) che corre “attraverso” i campi coltivati!
Grazie perché, anche se i bambini dimenticano in fretta, senza di te, che riuscivi in ogni momento a strapparci un sorriso, sarebbe stato molto più difficile superare tutti i brutti momenti che avevamo dovuto sopportare nei mesi precedenti al tuo arrivo nella nostra famiglia.
Grazie perché hai fatto nascere in me questa passione sfrenata per gli animali. Se non ci fossi stata tu probabilmente non avrei ancora capito la strada più giusta per il mio futuro, il lavoro dei miei sogni.
Grazie per esserti fatta amare così tanto e per averci amato ancora di più.
Grazie perché ci sei rimasta fedele ogni giorno, per quindici anni, nei momenti felici ma anche in quelli tristi e bui, e ci hai donato a pieno tutta la tua vita.
Grazie. Grazie. Grazie. E anche se non ci potremo vedere mai più, tu ci sarai sempre, e ogni mattina che uscirò da questa casa, e ogni sera che rientrerò, passando dal nostro giardino, il mio pensiero sarà rivolto a te, perché questo è il tuo posto, te lo sei meritato, o meglio, è sempre stato tuo. Sei parte della nostra famiglia e dei nostri cuori, sei parte di noi, e lo sarai finché vivremo. Un cane, quando lo adotti, è per sempre, e io non ti dimenticherò mai, te lo prometto.
Ciri,
sei stata la compagna di giochi più affettuosa e divertente che una bambina potesse desiderare e una compagna di vita unica.
Sei la mia migliore amica e lo sarai per sempre.
Ciao Sorellina!