Un cortometraggio per non dimenticare la morte, ma anche per raccontare la vita del cane Angelo. Torturato e poi impiccato nel giugno 2016 a Sangineto, in provincia di Cosenza, mentre i quattro giovani riprendevano lo strazio per poi caricare tutto sui social, Angelo è diventato il simbolo degli animali vittime della crudeltà umana. Per quei fatti, il tribunale di Paola in primo grado ha condannato i quattro aguzzini. Prima di quell’episodio, però, il cane Angelo era un randagio che trotterellava per le vie di Sangineto benvoluto da tutti, curato e accudito benché sulla strada.
Ora la sua storia diventerà un film dal titolo Angelo – Life of a Street Dog, realizzato da Newscapes Entertainment insieme alla Lega nazionale per la difesa del cane, con soddisfazione della presidente nazionale Piera Rosati che parla di un racconto fatto con “grande delicatezza, e non ci saranno scene cruente”.
Durante le riprese, Angelo è stato interpretato da Lapo, un cane di canile seguito dalla sezione Lndc di Altamura che – insieme agli altri animali sul set – è stato accompagnato passo passo da Roberto Marchesini e dagli educatori cinofili Siua.
E non solo morte, nel film su Angelo: “Abbiamo voluto raccontare anche un pezzetto della vita di Angelo, per poter essere in grado di lasciare anche dei messaggi positivi e di speranza a tutti coloro che decideranno di guardare il nostro film”, spiega il regista Andrea Dalfino. “Vorremmo anche – prosegue – che questa tragedia non sia avvenuta invano, da qui l’idea di devolvere tutti gli eventuali proventi a progetti in favore degli animali maltrattati”.