FIRENZE – Dall’ingresso del cane trovatello nei canili sanitari fino al suo ricovero nei rifugi e poi ancora all’adozione, con l’inserimento in famiglia e nella società dove i nuovi cittadini a quattro zampe sono, in Toscana, in media uno ogni sei persone, con fisiologico incremento della densità negli spazi urbani dove – se le aree di sgambamento non sono mai abbastanza – fin troppe invece sono le liti a causa di cani lasciati gironzolare senza guinzaglio, escrementi non raccolti, conduzioni negli spazi pubblici troppo spesso affidate al buon senso individuale con picchi di creatività non sempre appropriati: di tutto questo si occupa la mozione con cui il Vicepresidente del Consiglio regionale Marco Stella (Forza Italia) punta a dare scacco matto alle tensioni che, specie nelle città, si generano tra persone e persone, persone e cani, cani e cani a causa di una socialità forzata che non per tutti, non sempre, è una scelta.
“Le leggi – ricorda Stella – sia a livello regionale che nazionale esistono. Così come esistono i regolamenti comunali. Certo, vanno applicate. Ma non solo per la parte repressiva. Non si può pensare di affidare la formazione di una coscienza cinofila condivisa unicamente alle regole e alla repressione, come avvenuto di recente con l’azione di vigilanza e sanzionatoria messa in campo dal Comune di Firenze: la cultura della corretta convivenza uomo-cane va costruita e coltivata, sostenuta anche. Ecco perché propongo alla Regione di assumere un ruolo da protagonista che la renda ente guida rispetto ai Comuni con azioni di controllo rispetto ad esempio allo stato strutturale e gestionale dei canili, ma anche promuovendo misure pratiche e semplici come l’installazione di distributori di quanto necessario alla raccolta degli escrementi”.
Dieci, si diceva, le mosse individuate da Stella per sbrogliare la matassa della convivenza a sei zampe in città e che coprono ogni età e fase della vita del cane. Eccole, in breve: istituzione di un team multidisciplinare per effettuare controlli sullo stato strutturale e gestionale dei canili sanitari e dei rifugi autorizzati presenti sul territorio regionale; il loro censimento in un data base pubblico e costantemente aggiornato, come già accade in altre Regioni; attivazione di un Ufficio Diritti degli Animali regionale e nei singoli Comuni; vincolo per gli enti locali a prevedere un’area di sgambamento all’interno di ogni nuovo parco urbano realizzato; installazione di una rete di distributori di sacchettini e palette per la raccolta di escrementi; misure di sostegno alle famiglie meno abbienti per le spese veterinarie di sterilizzazioni e vaccini; pronto soccorso veterinario regionale; percorsi univoci di formazione cinofila per il patentino e di Buon cittadino a 4 zampe; individuazione di aree cimiteriali dedicate agli animali d’affezione. Il tutto includendo i nuovi professionisti della cinofilia quali educatori, istruttori, centri cinofili e associazioni.