NUOVA GUINEA – Di indole è furtivo, e forse è proprio questo tratto del carattere che ha aiutato il cane considerato il più antico e raro al mondo a farsi ritenere estinto. Invece era vivo e vegeto, ed ‘agiva’ in incognito in Nuova Guinea, dove è stato individuato da alcuni scienziati durante una spedizione. E lui era lì: un branco intero del rarissimo cane selvaggio girottolava sereno per le montagne della Nuova Guinea.
Il terreno è uno dei meno ospitali: picchi scoscesi fra i 3500 e i 4500 metri di altitudine. Il DNA conferma: sono loro i cani più antichi del mondo il cui ultimo esemplare noto era stato catturato nel 1897. Poi più nulla. Solo due fotografie una nel 2005 e una sette anni più tardi.
Fino all’anno scorso, il 2016, quando la spedizione della NGHWDF si è messa sulle sue tracce unendo le forze con quella dell’Università di Papuasia. Gli studiosi adesso hanno scattato un centinaio di foto almeno dove il cane compare in diversi momenti di vita in branco e individuale.
Il cane è tornato allo stato selvaggio, questo lo si intuisce bene. La sua vita sulle alture del monte Carstensz, il più alto del bacino pacifico dove reperti fossili dimostrano una presenza plurimillenaria, 6mila anni almeno, è dura: il cane si nutre di uccelli, marsupiali e frutta. E’ agile al punto da sapersi arrampicare sugli alberi, e il suo manto è spesso, di colore nero o fulvo. Le analisi hanno rintracciato legami con il dingo australiano e il cane cantore della Nuova Guinea, ma la tassonomia e le relazioni filogenetiche con questi cugini vanno ancora studiate e precisate.