condominio casaMILANO – “Spiace vedere che la Regione Lombardia, da sempre presa a modello per l’attenzione e le politiche rivolte al benessere animale, sia incappata in questo errore che mi auguro fortemente sia dovuto a una svista e non a una precisa volontà politica. Si chiede quindi che il Regolamento appena approvato venga immediatamente modificato, ripristinando gli aspetti venuti meno e rispettando l’impegno assunto in merito a un maggiore coinvolgimento della Consulta e delle Associazioni”: chiude così la lettera che la Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane Piera Rosati ha trasmesso nei giorni scorsi alla giunta regionale lombarda.

Che è successo? Che il Regolamento di attuazione della legge regionale sulla tutela di animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, annunciato come importante passo avanti nelle normative in materia, apporta alla versione precedente modifiche che non piacciono e che non sarebbero state a quanto pare concertate a dovere con la Consulta e con le Associazioni il cui contributo, lamenta Rosati, “è stato reso del tutto marginale, se non inesistente, nei lavori necessari per la redazione e approvazione”.

Canile-Carapollo-2_7705-300x200Così che alla fine: “Nel documento appena deliberato sono state inspiegabilmente eliminate due misure di tutela degli animali d’affezione che erano finora presenti: svista o precisa volontà politica?”, si domanda e domanda Rosati. Nel giallo dei punti scomparsi sono due, espone Lndc, quelli dirimenti: “E’ scomparso ogni riferimento alla prelazione delle Associazioni o enti aventi finalità di protezione degli animali nella assegnazione di convenzioni per la gestione dei canili e dei rifugi” e non si “prevede più la distanza massima di 30 km dei canili dai Comuni appaltanti, e l’abolizione di questo vincolo presente fino ad oggi può comportare una serie di gravi problemi”.

“Il risultato è uno strumento attuativo che, se da un lato presenta alcuni lati positivi come il divieto di detenzione a catena, l’inclusione di furetti e gatti in anagrafe, il riferimento al benessere animale, dall’altro mostra delle inspiegabili mancanze che inficiano completamente il resto del lavoro e lo rendono inaccettabile. Entrambi questi fattori fondamentali erano presenti nel precedente Regolamento e il motivo per cui sono stati eliminati appare decisamente inspiegabile e pericoloso”.

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