Chi cerca trova; ma chi cerca col naso divertendosi, oltre a trovare, fa Scent Game. Consiste esattamente in questo – detta proprio alla grossa grossissima – la disciplina cinofila ludico sportiva nata dalla traslazione in ambito non lavorativo dell’attività con cui i cani cercano esplosivo, soldi, armi, droga… Loro lavorano, ma la stessa cosa può farla in modo squisitamente amatoriale e solo per divertimento il nostro cagnolone di casa.
Tutto sta a stanarlo dal divano, certo, ma dopo per lui la pratica dello Scent Game sarà una botta di vita. Non c’è cane, si sa, che non abbia buon naso. E per lui utilizzarlo in una modalità che incanala le sue energie e capacità in maniera appagante è una festa. Sotto il profilo dell’attività fisica, lo sforzo non è di quelli da massimo agonismo. O anche sì, volendo: fatto sta che il carico della prestazione si può modulare, il che rende questo sport davvero adatto a ogni tipo di cane, compresi i cani anziani o con qualche handicap fisico.
In più ci sono i benefici di livello comportamentale: con lo Scent Game si incentiva il quattro zampe a svolgere un’attività in cui è vincente per natura, ovvero fiutare e concentrarsi sugli odori. La pratica di questa disciplina va dunque ad alimentare l’autostima del cane, il che è perfetto per i cani insicuri o con problematiche legate a paura o aggressività, poiché sposta e mantiene l’attenzione del cane tutta concentrata sulle molecole odorifere.
Ma in cosa consiste, esattamente, lo sport? Nel simulare situazioni in cui il cane è chiamato a riconoscere un odore e poi rintracciarlo o tra tante persone, o entro sequenze di scatole, ambienti, autovetture… nel frattempo il conduttore – che tiene il cane con un guinzaglio lungo due metri minimo – non può parlare al quattro zampe (a parte il comando iniziale “piede” o “destra” e “sinistra”). Anzi: ogni indicazione o collaborazione sul target comporta una penalizzazione pari al mancato ritrovamento di ciò che si doveva cercare. Un nulla di fatto, in pratica. Penalità anche per le… pipì di marcatura, che qualunque sia il livello comporteranno 10 punti di penalizzazione in ambiente estero o addirittura 20 all’interno.
Prima della gara, ogni cane deve superare il test di riconoscimento odori, per dimostrare di conoscere i tre odori usati poi in competizione e che sono essenze di finocchio, anice, garofano. Al cane vengono presentate 15 scatole identiche (nelle sessioni di gara le scatole sono 20) con una presa d’aria in alto. All’interno di una di esse c’è il tampone di cotone con l’essenza. Il cane deve individuarla e segnalarla al conduttore entro tre minuti al massimo. Questo attesterà che il cane conosce l’odore richiesto e non è stressato nel ricercarlo e individuarlo. Il benessere del cane è sempre fondamentale.
Una volta in gara, poi, tra le prove più avvincenti – oltre a quelle di obbedienza, della sequenza di scatole e, per i livelli più alti, della ricerca su veicolo – c’è quella di ricerca ambientale: magazzino, ufficio, stanza di una casa o spazio esterno vale tutto, purché il nascondiglio sia accessibile al cane anche a seconda della sua taglia e purché nell’area non ci siano altri odori che possano distrarre il nasone dall’obiettivo della ricerca. La segnalazione da parte del cane chiude la manche, che deve completarsi entro un massimo di tempo che va dai 5 ai 10 minuti a seconda del disciplinare specifico.
Come in ogni gara sportiva, l’antidoping potrà effettuare controlli a campione sia sui cani che sui loro conduttori. Ma l’assunzione di sostanze illecite non il solo motivo di possibile eliminazione. Tolleranza zero, infatti, per ogni atto brutale verso il cane proprio o altrui che comporterà la squalifica su due piedi. Eliminati dalla gara saranno poi i cani che dovessero ferirsi, o le cui condizioni fisiche dovessero apparire al giudice non compatibili per fare o continuare la gara.