ROMA – In 5 anni sono nate 1.400 nuove attività di servizi wellness dedicati a cani e altri pet, il +32%: così cambia la pet economy, che sviluppa nuove modalità di business declinando sempre nuove offerte. La fotografia del settore arriva da Unioncamere che, con Infocamere, tramite i numeri del Registro delle imprese delle Camere di commercio ha messo a fuoco i numeri e gli andamenti relativi al 2024. Sorpresa: l’attenzione degli operatori si spesa dai prodotti ai servizi legati al benessere e alla cura, veterinari inclusi.
Sempre più spesso i proprietari cercano toelettature di qualità, dog-sitter professionisti e persino fisioterapisti specializzati, tutto nell’ottica del benessere totale. Il settore produttivo in maggiore crescita è quello degli alimenti per animali domestici (+28% dal 2019), ma con cibi sempre più personalizzati e di alta qualità.
Negli ultimi cinque anni, spiega un comunicato, il numero di imprese che operano nei servizi di cura per animali sono cresciute del 32%, con quasi 1.400 nuove attività. Anche i servizi veterinari registrano un forte aumento (+39,4%), segno che gli italiani considerano sempre più i propri animali come membri della famiglia. Guardando al decennio 2014-2024, le imprese dei servizi di cura sono quasi raddoppiate (+90,1%), mentre quelle nel commercio di animali sono diminuite del 17,5%.
Calano poi le imprese della vendita di animali (-10,6%) e di prodotti per animali (-10,6%).
A livello territoriale, la Lombardia guida la classifica del comparto, con 3.860 imprese, seguita da Campania (2.871) e Lazio (2.770). Il Sud Italia mostra una forte presenza nel commercio al dettaglio, con la Campania (1.612 imprese) e la Sicilia (1.083) in testa per negozi di piccoli animali. Nel Nord, invece, si concentrano i servizi di cura, con Lombardia ed Emilia-Romagna che insieme contano quasi 1.600 attività dedicate.