ROMA – A partire dal 2020 saranno detraibili “le spese veterinarie, fino all’importo di euro 500, limitatamente alla parte che eccede euro 129,11″: a stabilire l’aumento del tetto di spese sanitarie detraibili sostenute per cani e altri animali domestici (sono compresi anche gatti, furetti, canarini e cavalli) dagli attuali 387,4 euro a 500 è l’articolo 1 comma 361 della legge di bilancio approvata alla Camera dei Deputati nell’antivigilia di Natale.
La soglia di detraibilità sale dunque dopo quasi vent’anni, secondo un adeguamento al costo della vita ma anche delle prestazioni. Come scritto, si possono portare in detrazione le spese veterinarie che eccedono la quota di franchigia, fissata in 129,11 euro. In buona sostanza la detrazione comprende i costi sostenuti per curare cani e altri pet compresi tra la franchigia e 500 euro. A saturazione del tetto, calcolando la percentuale di detrazione vigente e pari al 19%, al massimo si recupereranno 70,46 euro mentre finora ci si fermava a 49 euro riconosciuti.
L’iniziativa era stata salutata dall’Ente nazionale di protezione animali (Enpa) come un passo avanti nel riconoscimento dei cani e degli altri pet come componenti della famiglia a tutti gli effetti già a metà dicembre 2019, ovvero al momento dell’approvazione del relativo emendamento alla manovra da parte della commissione bilancio del Senato.