LUCCA – Un canile, quello consortile di Lucca che serve il capoluogo di provincia e altri comuni della Piana, tre planimetrie differenti e una gara di affidamento oramai nel ciclone, con tanto di ammissione – stando a quanto asserito dall’attuale gestore, Enpa – di un soggetto oltre la scadenza fissata dal bando: è bufera sulla struttura di località Pontetetto che aggrega sia funzione sanitaria che di rifugio. La fumosità della situazione ha suscitato ben due atti formali nel Consiglio regionale della Toscana depositati dal capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti oltre che, a livello locale, numerose prese di posizione da parte del capogruppo di SìAmoLucca in consiglio comunale Remo Santini.
“La gara è comunale, è vero – ci spiega Marchetti che oggi è tornato alla carica – ma la normativa che regola le condizioni affinché un canile venga accreditato come tale, ecco quella no: quella è regionale. E alla Regione già con un’interrogazione del giugno scorso chiedevo di verificarne il rispetto, mentre con quella della scorsa settimana ho avanzato anche la richiesta di sospendere nel frattempo una gara che ha davvero troppi profili di incertezza”. L’ultimo è giunto col colpo di scena di ieri quando, durante un sopralluogo alla presenza dei rappresentanti del Comune di Lucca e dei tecnici dell’ente, l’attuale gestore ha esibito misurazioni fatte da un tecnico di fiducia e assolutamente difformi dalle normative e da tutte le altre planimetrie.
“Ormai – incalza Marchetti – non torna più nulla. E’ impossibile mettere a gara una struttura in quanto canile, se del canile non ha i requisiti. Va accertato bene e chiedo alla Regione di farlo”. Marchetti ha depositato in questo senso ben due interrogazioni alla giunta regionale toscana: “Finora non sono pervenute risposte – ammette – e il silenzio ogni giorno che passa si trasforma sempre più da imbarazzante a inaccettabile“.
Marchetti ragiona atti alla mano: “Le nuove misurazioni effettuate in house da Enpa contraddicono quelle ufficiali del comune, ma anche quelle sono due e sono difformi tra loro per destinazione d’uso di alcuni box”. Il nodo è quello del cosiddetto rifugino: “Quei box da 6 metri quadrati sono troppo piccoli per essere rifugio, ma così sono stati accreditati nel 2012. E mai, dopo l’entrata in vigore del regolamento regionale del 2013 che per i box di rifugio prevede dimensioni minime di 8 mq, quegli spazi sono stati adeguati”.
“Guarda caso però – prosegue – di punto in bianco a corredo del bando di gara emesso dal Comune di Lucca nelle scorse settimane c’è allegata una nuova planimetria che li annette all’area sanitaria, dove il minimo spazio è di 4 mq. Ma intanto l’accreditamento vigente dice altro. Per altro, stando a quanto scriveva la Asl nel giugno scorso con nota ufficiale al Comune, non risultano sopralluoghi ufficiali successivi al 2014, e anche qui non va: la legge regionale prevede controlli “almeno ogni due anni”. Che si fanno a fare, le leggi, se poi non si rispettano addirittura proprio per via istituzionale? E di che sa, se dovesse rispondere al vero, accettare offerte oltre i termini previsti nel bando? Perché tutto questo arbitrio?»