LIVORNO – Messa in prova e sospensione del procedimento: il giudice del tribunale di Livorno ha deciso di accogliere la richiesta avanzata dall’imputato, reo confesso, a processo con l’accusa di avere esploso il colpo di carabina ad aria compressa risultato fatale al cane Snoopy che in quel momento si trovava sul balcone di casa sua a Livorno. L’attività sociale disposta sarà valutata in udienza nel 2018, mentre per la famiglia del cane e per il Comune di Livorno – parte civile a processo – è stato stabilito un risarcimento.
E la scelta del giudice scatena una valanga di reazioni da parte delle associazioni animaliste, molte delle quali parti civili nel procedimento. Già nella serata di ieri il Movimento Animalista era intervenuto con una nota di biasimo. Oggi, una nota congiunta di Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc), Animalisti italiani e Leidaa fa sapere: “Le associazioni non si rassegnano e si preparano a dare battaglia“.
Le associazioni si dichiarano “sgomente e deluse” richiamando il differente esito del processo, celebrato presso il tribunale di Paola in provincia di Cosenza, contro i quattro che avevano torturato e ucciso il cane Angelo: “Il giudice del tribunale di Paola – scrivono – ha rifiutato la messa alla prova per gli assassini di Angelo e ha inflitto loro il massimo della pena, per quanto esigua. Il giudice del tribunale di Livorno, ha agito esattamente all’opposto: l’assassino reo confesso di Snoopy ha ottenuto la sospensione del procedimento con messa alla prova, per cui potrà cavarsela con un risarcimento che non restituirà la vita a Snoopy e poche ore settimanali di lavori di pubblica utilità. Il suo gesto non avrà nessuna conseguenza penale”.
“La sentenza del caso di Angelo – afferma la presidente nazionale Lndc Piera Rosati – speravamo costituisse un punto di partenza per un maggior rigore”. “La decisione del giudice di Livorno – aggiunge la presidente Leidaa Michela Vittoria Brambilla – rafforza la nostra determinazione nel sollecitare modifiche al codice penale”. “Snoopy era sul balcone della sua casa ed è stato ucciso senza pietà”, ricorda il presidente di Animalisti italiani onlus Walter Caporale.