PAOLA (Cosenza) – “Il rigore con cui il giudice ha applicato il codice mostra che occorrono sanzioni penali più severe per chi maltratta e uccide gli animali. Chi maltratta e uccide gli animali deve andare in carcere”. Così l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta la sentenza del Tribunale di Paola sul caso di Angelo, il cane seviziato e ucciso da quattro giovani a Sangineto nel giugno dell’anno scorso.
“Non solo la severità della sentenza, il massimo della pena entro i limiti concessi dalle leggi vigenti, ma anche altri aspetti della vicenda processuale – sottolinea l’ex ministro – sono apprezzabili: per esempio la decisione di rigettare la richiesta di patteggiamento inizialmente avanzata dagli imputati, quella di non concedere la messa in prova. Se accolta, avrebbe provocato la sospensione del processo, la subordinazione della condizionale alla prestazione d’opera in un canile sanitario e in definitiva la rapidità con la quale i responsabili sono stati puniti“.
“Meno di un anno, infatti – ricorda Brambilla – è trascorso da quando Angelo ha perduto la vita. La celerità della decisione è dovuta in parte alla grave e particolare circostanza della pubblicazione su Fb del video, che ha semplificato il lavoro degli investigatori, ma anche alla ferma conduzione del processo. Il fatto era grave ed è stato giudicato come tale, la punizione è inadeguata perché inadeguate sono le leggi. Chi maltratta e uccide gli animali – conclude – deve andare in carcere”.