MACEDONIA – Lo schema è quello a cui purtroppo l’area balcanica non è nuova: un’emergenza randagismo mai compiutamente gestita dalle autorità e spesso alimentata dai proprietari di animali; un’aggressione ai danni di una persona; una violenta campagna d’odio contro i cani, fomentata dai media, con avvelenamenti e uccisioni di animali su tutto il territorio.
Oggi la triste sequenza si sta ripetendo anche in Macedonia dove la morte di un bambino, deceduto dopo essere stato aggredito da un cane di proprietà, ha scatenato veri pogrom contro gli animali. Una campagna di terrore contro i cani, quella in corso in Macedonia, non solo crudele ma controproducente poiché porta a ignorare le vere cause alla base del randagismo: gli abbandoni diffusi, i combattimenti clandestini tra cani, la mancanza di sterilizzazioni e adozioni nei canili, l’assenza di sanzioni a contro chi abbandona gli animali.
Per questo l’Ente Nazionale Protezione Animali, con la sua presidente, Carla Rocchi, ha scritto una lettera all’ambasciatore della Macedonia in Italia chiedendo un intervento presso le autorità del proprio paese “affinché si plachi l’ondata emotiva e si gestisca la situazione in modo ponderato e razionale; solo così sarà possibile trovare una soluzione realmente efficace all’emergenza”.
“L’esperienza che abbiamo maturato con i nostri interventi diretti nell’area balcanica, in Kosovo prima, in Bosnia poi e oggi in Albania – spiega la presidente di Enpa – ci ha confermato che le uccisioni di animali, eticamente inaccettabili, non risolvono alcunché ma, anzi, aggravano i problemi legati al randagismo. Per affrontare il fenomeno è infatti necessario portare a soluzione le cause dal quale esso trae origine, non certo massacrare migliaia di animali“.
“Naturalmente – prosegue Rocchi – siamo disposti fin da ora ad affiancare e sostenere le autorità macedoni nella ricerca di una reale via d’uscita alla ‘crisi randagismo’. Ma, lo ribadisco, affinché ciò sia possibile è necessario un approccio incruento senza cedere all’emotività o alla propaganda”.