PALERMO – Rischia di finire in Tribunale la ‘guerra del canile’ di Palermo. Dopo la denuncia contro il sindaco, Leoluca Orlando, per istigazione al maltrattamento di animali annunciata dagli animalisti dell’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) a firma del presidente nazionale Lorenzo Croce, il Comune va al contrattacco. “Sono pronto a denunciare tutti coloro che in queste ore stanno diffondendo notizie false – dice all’AdnKronos l’assessore comunale con delega ai Diritti degli animali, Sergio Marino -. Né io né il sindaco siamo dei criminali e nessuno può arrivare a simili livelli. Sono indignato e offeso”.
Sul tappeto c’è il trasferimento dei cani dalla struttura di via Tiro a Segno, che già ieri ha fatto registrare le proteste degli animalisti e l’intervento di Digos e Nas. “Una deportazione” dicono le associazioni che si occupano degli amici a quattro zampe. “Una necessità”, invece, per Palazzo delle Aquile. Nel canile municipale ci sono un centinaio di animali, che vanno spostati per consentire i lavori di ristrutturazione dei locali, assegnati già nel 2012 a una ditta di Alcamo (Trapani) che ha vinto il bando di gara. Da allora intoppi burocratici e un braccio di ferro tra animalisti e Comune ha bloccato i lavori da circa 2 milioni di euro, che dovrebbero partire il 3 aprile. Il condizionale, però, è d’obbligo perché per dare il via al restyling dei locali occorre prima che la struttura sia libera dagli amici a quattro zampe che vi trovano ospitalità.
“I lavori al canile – spiega Marino – servono proprio a garantire agli animali un presidio sanitario in condizioni migliori, superando la situazione di degrado che oggi esiste“. Una condizione legata anche alla vetustà della struttura, nata nel 1935 e oggi sempre meno rispondente ai requisiti di legge. “Finora non siamo riusciti a consegnare i locali alla ditta perché la struttura era sempre piena” spiega Marino.
Così il cantiere che dovrebbe durare circa due anni non è mai stato aperto. Per trovare una soluzione al problema e svuotare la struttura il Comune ha predisposto un avviso di interesse per l’adozione diretta dei cani rivolto a privati e ad associazioni con la concessione di un contributo di 480 euro una tantum. “Sin dall’inizio – denuncia l’assessore – le associazioni hanno boicottato questo bando, senza, però, fornire una soluzione alternativa. In sostanza vogliono mantenere la situazione del canile così come è per interessi privati, salvo poi denunciarne il degrado accusando l’Amministrazione comunale”.
Insomma, è la tesi del Comune, alla base delle proteste ci sarebbero solo interessi economici. Un business dell’accoglienza stimato in oltre 900mila euro e basato sui fondi che in passato l’Amministrazione comunale versava nelle casse delle associazioni private che si occupavano di accogliere gli amici a quattro zampe. Gli animalisti, invece, puntano il dito sull’associazione che ha dato la disponibilità ad accogliere i cani in due strutture del ragusano.
Sotto accusa la responsabile dell’associazione “una nota trafficante di cani più volte denunciata per violazione dell’articolo 544 del codice penale e più volte sottoposta a fermo giudiziario del suo furgone con a bordo dei cani in sovrannumero e in alcuni casi anche morti” dice Lorenzo Croce, presidente dell’Aidaa. Ieri la tensione è salita alle stelle e dopo il presidio dei volontari, ‘sorvegliati’ dagli agenti in tenuta antisommossa, il temuto trasferimento dei cani è stato scongiurato. Stamani il vertice in prefettura. L’obiettivo è sciogliere il bandolo di una matassa sempre più ingarbugliata.