CITTA’ VARIE – Dal loro modo di incedere, tutte perfettamente in fila, prendono il loro nome colloquiale: sono le processionarie del pino o della quercia, che nella loro denominazione scientifica si chiamano Thaumetopoea pityocampa.o processionea a seconda dell’albero che alloggiano. Sarebbero non altro che vermetti pelosi, se non fosse che quei peletti sono dannatissimamente urticanti e velenosi, talvolta causa di choc anafilattici anche importanti. Per questo entrarci in contatto può risultare davvero pericoloso soprattutto per i bambini e per i cani. Di norma, essendo in buona sostanza larve destinate a diventare farfalle notturne, fanno la loro comparsa con l’inizio della stagione calda, a primavera inoltrata. Ma quest’anno già ce ne sono, in campagna come sui marciapiedi e nei giardini delle città, con allarmi che rimbalzano per tutto lo Stivale e azioni di bonifica già partite ad esempio a Firenze.
E allora: guardia alta. Sì perché la peluria velenosa del lepidottero è nociva non solo se toccata, ma anche se inalata o ingerita. E per Fido che viaggia col naso a terra è davvero un pericolo che può rivelarsi anche fatale. Il processo infiammatorio si manifesta dapprima con l’aumento improvviso della salivazione, con la lingua che nel giro di pochissimi minuti si ingrossa in maniera anche spaventosa e può essa stessa soffocare il cane. In altri casi, se i peli urticanti entrano in contatto con la lingua, ne distruggono le cellule fino a provocare perdite di intere porzioni della lingua. Che fare, nel malaugurato caso? Dal momento che l’evoluzione del male è assai rapida, bisogna innanzitutto neutralizzare più possibile la fonte infiammatoria praticando immediatamente abbondanti lavaggi della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato, magari aiutandosi con una siringa senza ago. Una volta praticata questa prima manovra, via di corsa dal veterinario.
Importante: se incrociate colonne di processionarie sui vostri marciapiedi NON le schiacciate. La peluria velenosa rimane attiva anche se l’animale è morto. In più, l’operazione di schiacciamento ne provoca la dispersione in aria: così le possibilità di contatto, ingestione, inalazione, si moltiplicano. La disinfestazione, obbligatoria per i enti pubblici e spazi privati, va affidata a ditte specializzate presenti in ogni regione.