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COLORADO (Stati Uniti) – L’altro fattore che è stato dimostrato come cancerogeno per il pet è il fumo passivo. Susan Lana è un oncologo veterinario a capo di oncologia clinica presso la Flint Animal Cancer Society della Colorado State University: è lei a suggerire ai proprietari di animali domestici che fumano di evitare di farlo in casa. Il motivo è che il fumo si deposita sul pelo del cane o del gatto i quali poi si leccano per la loro toeletta, ingerendo sostanze nocive legate allo sviluppo di carcinomi della bocca o dell’esofago.
I cani dal naso lungo, in particolare, sono quelli a più alto rischio di sviluppare carcinoma nasale quando vivono in ambienti carichi di fumo – come le abitazioni di fumatori – o in città altamente inquinate. Si badi, gli esperti americani ribaltano le convinzioni comuni e indicano che le sostanze inquinanti che si accumulano in una casa sono di gran lunga più dannose di quelle che svolazzano per strada: “Le nostre case – affermano – tendono a contenere alti livelli di composti organici volatili (COV) che possono evaporare da deodoranti, detergenti per pavimenti e tappeti, vernici, mobili, e anche i pavimenti stessi, soprattutto se con moquette o rivestimenti in vinile”.
Ancora, è registrata come significativamente cancerogena soprattutto per i cani bianchi l’esposizione ripetuta al sole. Allora, che fare? Al di là di controllare ciò che è visibile, passare sul manto del cane salviette umidificate apposta per loro o lavarli frequentemente con acqua (gli shampoo anche se pensati per i cani sono da utilizzare solo periodicamente) aiuta. Buona abitudine è anche quella di spazzolarli o, d’inverno e in particolare per i cani a pelo raso, farli uscire con una mantellina che – in caso di precipitazioni – limiti il deposito sul manto di particelle nocive disperse in atmosfera.
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