MODENA – Due allevatori modenesi, un 54enne e la moglie di 43 anni, sono stati condannati nel processo di primo grado rispettivamente a otto e sei mesi per maltrattamento di animali. La pena nei loro confronti è sospesa. Il dispositivo di sentenza, letto in tribunale a Modena dal giudice Domenico Truppa, conclude il procedimento penale nato da un’operazione della polizia municipale cominciata nel dicembre 2011.
Nell’allevamento di cani a Cittanova, nel modenese – che faceva parte della Fattoria didattica delle Rose, sospesa dalla rete delle Fattorie didattiche provinciali accreditate a seguito del blitz – la polizia municipale trovò 356 cani di razza stipati in gabbie per conigli, senza luce e con poco cibo. Le ispezioni, cane per cane, proseguirono per delle ore durante le quali, tra l’altro, una cagnolina dette alla luce la sua cucciolata, subito sequestrata. I cani vennero trasferiti nei canili dell’area.
La pubblica accusa aveva chiesto per i due allevatori una condanna a 10 mesi. Il giudice ha stabilito un risarcimento di 4.000 euro ad Anpana (Associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente), rappresentata in aula dall’avvocato modenese Carlo Colombo. L’allevatore 54enne è stato colpito anche dalla sospensione per sei mesi dall’esercizio della professione.
I cani furono trovati in pessime condizioni igieniche, tant’è che scattò il sequestro di tutti gli animali. Nell’indagine coordinata dal pubblico ministero Lucia De Santis si faceva riferimento ad animali di razza: dal labrador al setter, dal golden retriver al cane corso, fino a chihuahua e yorkshire. A segnalare il caso di presunti maltrattamenti ai danni dei cani erano stati alcuni cittadini, mentre i veterinari avevano evidenziato che gli animali erano denutriti e con le unghie lunghe. Alcuni cuccioli non erano più in grado di camminare. Gli allevatori hanno sempre respinto le accuse, difendendosi anche in aula e definendo la loro fattoria regolare.