ROMA – A ognuno il suo picco: se in questo periodo gli umani subiscono il dilagare dell’influenza, allo stesso modo neppure i cani coi loro pancini possono stare tranquilli. Per loro, infatti, questo è tempo di parvovirus, che con sé porta disturbi gastrointestinali di varia intensità. Per quanto riguarda le sintomatologie canine, “ogni tanto tendono a ripresentarsi virus che sono varianti della parvovirosi, una malattia presente in Italia da 40 anni, e che periodicamente, come è nelle caratteristiche del virus, fa delle variazioni”, spiega all’AdnKronos Salute Marco Melosi, medico veterinario, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi).
“Esistono ceppi del parvovirus diversi – prosegue Melosi – che diventano virulenti e non sono del tutto coperti dalla vaccinazione. In queste situazioni il virus si manifesta lo stesso. Ciclicamente si presentano sintomatologie di questi tipo, forme endemiche che quando arrivano in una zona tendono a colpire molti cuccioli“.
“Si trasmettono con facilità e poi si attenuano, dopodiché i ceppi vaccinali si aggiornano e le emergenze tendono a scemare. In caso di forte gastroenterite con vomito e diarrea – sottolinea – il veterinario deve mettere in atto terapie per evitare che l’animale si disidrati e che si presentino infezioni causate da batteri. Non ci sono medicinali e farmaci specifici che hanno attività mirata nei confronti del virus: dal punto di vista farmacologico esiste solo la prevenzione che è data dalla vaccinazione, e poi una terapia sintomatica”.
“Il Parvovirus nel cane è attualmente presente in diversi casi – ribadisce Melosi – ma la sintomatologia come detto è molto diversa e il cane è sicuramente più a rischio rispetto al collega gatto ad esempio con la giardia: il virus in alcuni cuccioli può scatenare una miocardite con morte improvvisa”. Come comportarsi, dunque, in caso di evidenti disturbi? “Andare subito dal veterinario è fondamentale – sottolinea Melosi – così come lo è allontanare i soggetti ammalati da quelli sani. I virus si trasmettono attraverso i vestiti, le scarpe, le mani, e la prevenzione da parte dell’uomo è importante per non veicolare la malattia. Importante poi garantire un ambiente adeguato, al caldo. Assolutamente sconsigliate le terapie fai da te – conclude infine il presidente Anmvi – il supporto dei veterinari è importantissimo, ritardare le cure anche di due o tre giorni in alcuni casi potrebbe essere fatale“.