CALERNO DI SANT’ILARIO D’ENZA (Reggio Emilia) – Chissà cosa ha innescato quella zuffa che ha portato due femmine di pitbull, madre e figlia, ad azzannarsi a sangue nel cortile di casa. Fatto sta che quei venti minuti di combattimento violento hanno spinto la proprietaria dei cani, evidentemente consapevole di non sapere come gestire la situazione, a prendere con sé il figlioletto e barricarsi in casa. Da lì ha chiesto aiuto ai carabinieri via telefono.
E’ accaduto durante il fine settimana in un’abitazione di Calerno di Sant’Ilario d’Enza, nel Reggiano. I carabinieri sono giunti sul posto insieme alla polizia municipale, all’accalappiacani comunale e al personale veterinario. Insieme sono riusciti a recuperare e soccorrere i cani, ma l’intera operazione si è protratta per tre ore. Gli animali sono in salvo, e sono stati portati in un centro di Reggio Emilia per essere curati. Per madre e figlioletto umani, solo tanto spavento. Essersi chiusi dentro casa ha comunque evitato la possibilità che i cani potessero redirigere verso di loro l’aggressività del momento.
Intanto, però, i carabinieri hanno avviato accertamenti per verificare le condizioni in cui i due animali venivano tenuti, anche perché hanno sequestrato un dissuasore elettrico che il proprietario di casa possedeva illegalmente. L’uomo, 32 anni, verrà denunciato alla Procura reggiana per detenzione illegale del taser.
COSA DICE L’ESPERTO
Analizza il caso con noi Sonia Di Palma, istruttore cinofilo qualificato che opera solo a domicilio, ovvero in contesti familiari e dunque affini a quello in cui i fatti di Reggio Emilia si sono verificati. Titolare del sito Quattro Zampe all’Improvviso, Sonia tratta il nucleo familiare come branco interspecifico, soggetto peculiare in cui si sviluppano necessità e dinamiche di volta in volta differenti, e in cui individua di volta in volta il percorso corretto per la costruzione autentica di un rapporto tra le persone e il proprio cane.
Di Palma, secondo lei cosa è mancato? O cosa è stato di troppo, magari?
“Difficile dirlo: non conoscendo dettagli specifici, non sappiamo cosa abbia potuto scatenare la lite tra le due cagne. C’è da dire che di certo queste notizie ormai fanno scalpore perché vedono coinvolte razze messe troppo in discussione, ma la realtà quotidiana è che liti tra cani, soprattutto familiari (ovvero che vivono insieme, non quindi necessarimanete consanguinei), sono più che frequenti e spesso le più feroci proprio tra femmine”.
Barricarsi in casa, da parte dei proprietari, ha evitato esiti peggiori. Ma è stata la scelta corretta?
“Al di là della paura momentanea, arrivare a barricarsi in casa significa non avere alcun tipo di controllo sui propri cani, mancanza totale di qualunque relazione nonché modalità di prevenzione. Questo non significa si dovesse intervenire – anzi: se non si sa cosa fare, è bene evitare – ma ripeto, la non conoscenza del proprio cane, il non rapporto, implica una cosa importantissima: non essere in grado di prevenire”.
C’era un taser, però, in quella casa…
“Infatti: è questo il punto su cui è necessario riflettere in questo caso. Il taser è tra l’altro uno strumento illegale, un’arma vera e propria che – ripeto – non è legale nel nostro paese. Siamo quindi di fronte a una situazione in cui la gestione dei cani è basata su violenza e coercizione. Un rapporto di questo tipo non può che generare situazioni di continuo disagio e stress non soltanto nell’animale, ma nella famiglia stessa, che è ricorsa a chiamare le forze dell’ordine. Sinceramente, su questa famiglia, cani compresi, sono certa che ci siano ben altre dinamiche ancora più controverse da verificare”.
Esiste una linea generale per la corretta impostazione della relazione uomo-cane?
“Sì che c’è: come dico alle famiglie che seguo, indipendentemente dalla razza, stazza o età del cane, il quattro zampe è un membro della famiglia a tutti gli effetti, con le sue esigenze e regole da rispettare che sono quelle che si dà la famiglia stessa. Solo stima e rispetto reciproci portano a una vera relazione che si fonda sull’autorevolezza, non sull’autorità. Dobbiamo essere un riferimento per i nostri cani, non un capo da temere. Sono concetti molto diversi e che purtroppo è ancora difficile far comprende agli umani. I cani invece sono più che consapevoli di questa distinzione!”