randagi-300x169PARTANNA (Trapani) – Bravo, il sindaco di Partanna nel Trapanese: ha pensato al fenomeno del randagismo e ha deciso che il Comune doveva occuparsene. Ecco, però magari lo strumento scelto di affamare i randagi beh… è una misura finora non contemplata né nelle normative di riferimento, né dalla sensibilità comune. Per altro, ricorda Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sortisce in realtà effetti opposti a quelli desiderati poiché cani vaganti che abbiano per i cibo un punto di riferimento fisso sono più controllabili nei loro comportamenti e tracciabili negli spostamenti. Per dire: volendo, a sfamarli in una sorta di ‘appuntamento fisso’ si riesce perfino a catturarli e sterilizzarli. Che magari è uno zinzinino più efficace. Per dire eh…

randagi branco 2Tutto nasce dall’ordinanza sindacale 60/2016 con cui il sindaco di Partanna Nicolò Catania ha imposto – per arginare abbandoni di cani e randagismo – di “eliminare il fenomeno del sostentamento abusivo ai cani randagi da parte dei cittadini che agendo umanamente nei confronti degli stessi, alimentano il vagabondaggio”. Secondo l’ordinanza è vietato somministrare cibo ai cani vaganti e chi lo fa, sempre secondo Catania, diventa automaticamente obbligato alla loro custodia e addirittura all’iscrizione all’anagrafe canina.

“Nel dispositivo – osserva Lndc – si parla di cani vaganti senza proprietario, ma non esistono cani senza proprietario: per legge, i cani randagi o vaganti su un territorio sono di proprietà del relativo sindaco, che è anche responsabile del loro benessere e della loro salute. Il sindaco di Partanna, quindi, vietandone l’alimentazione, si espone al concreto rischio di essere denunciato per maltrattamento di animali, avendo impedito ai suoi cani di mangiare”. Dalla presidente nazionale Lndc Piera Rosati è partita dunque una lettera al primo cittadino di Partanna. Riformulare l’ordinanza: questa la richiesta di Rosati.

 

 

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