PISTOIA – “Dopo 4 anni di sofferenze e 2 di canile Lilla, una meticcia di pastore tedesco, può sperare in una nuova famiglia: non tornerà nelle mani dei suoi aguzzini che la tenevano a catena con un collare di ferro a punte conficcato nel collo. Un vero e proprio strumento di tortura fatto apposta perché ogni tentativo di liberarsi peggiorasse la situazione”. Lo spiega l’Enpa sezione di Pistoia che, in qualità di custode, ha ricevuto l’informazione che il Tribunale di Pistoia ha condannato con rito abbreviato padre e figlia per maltrattamento di animali, obbligandoli a pagare 7200 euro di multa più la confisca del cane.
“Una sentenza importante – spiega l’Enpa – che segna un passo avanti nel lento cammino verso il riconoscimento dei diritti degli animali. A fine agosto 2014, gli operatori dell’Enpa di Pistoia, facendo un controllo in un allevamento della montagna pistoiese, si erano trovati di fronte a una scena terribile: una cagna meticcia di pastore tedesco tenuta a catena con un collare di ferro, stretto attorno al collo, le cui punte ritorte penetravano nella carne dell’animale che era sanguinante e infetto”.
Il cane aveva 40 gradi di febbre ed emanava un odore nauseabondo a causa dell’infezione causata dalle punte di ferro penetrate nella carne viva. L’allevatore si era difeso dicendo che il cane non apparteneva a lui ma alla figlia, e che era legato alla catena perché era particolarmente vivace. Gli operatori dell’Enpa avevano chiamato immediatamente la polizia municipale che era intervenuta prelevando l’animale per trasferirlo al canile sanitario di Pistoia ed operarlo con la massima urgenza.