ANCONA – Le Marche che vogliono riammettere l’uso della catena per i cani trovano di traverso calici di stelle: ex pentastellati come il consigliere regionale Sandro Bisonni e la senatrice Serenella Fucksia, oltre al presidente dei Verdi Gianluca Carrabs e varie associazioni ambientaliste si sono scagliati contro la proposta di legge (primo firmatario Federico Talè, del Pd, sottoscritta da altri 4 consiglieri del Pd, uno di Uniti per le Marche, uno di Udc-Popolari Marche e uno di Forza Italia) che prevede il ritorno all’impiego della catena e prolunga il tempo in cui è consentito tenere gli animali d’affezione in gabbia.
Bisonni ne ha chiesto direttamente il ritiro: “La tutela degli animali d’affezione – ha commentato – rappresenta una priorità sancita da leggi nazionali e internazionali, ma nelle Marche, purtroppo, si sta correndo il rischio di tornare indietro nel tempo, cercando di ripristinare norme che vanno contro regole già stabilite e verificate e adatte a far sì che gli animali siano considerati esseri senzienti“.
L’articolato – ha spiegato – “riammette l’uso della catena, riduce il tempo da 90 a 60 giorni prima del quale è vietato separare i cuccioli dalla propria fattrice, aumenta il tempo di detenzione degli animali in gabbia, in caso di soste, da una a due ore”. La posizione di Bisonni è stata condivisa dalla senatrice Fucksia, anche lei ex M5S come il consigliere regionale, dal presidente dei Verdi Gianluca Carrabs e da varie associazioni ambientaliste.
“E’ una battaglia di civiltà. La pdl va contro l’orientamento delle normativa italiana ed europea, sempre più attenta al benessere degli animali domestici” ha detto la Fucksia, ricordando il testo unico depositato presso la Commissione Giustizia e sanità, “in cui ho proposto la sostituzione della parola padrone con il termine tutor“.
Secondo Carrabs “i temi dell’ambiente e della vita animale dovrebbero divenire i primi punti di ogni programma di governo. Oggi tornare a parlare di principi che si davano per acquisiti è completamente fuori luogo”. Tra l’altro – ha concluso Bisonni – “le posizioni che oggi si vogliono modificare nelle Marche erano state introdotte nella precedente legislatura nel 2015. Non si comprende perché, dopo così poco tempo, si voglia modificare quanto già deciso, valutato e condiviso con le varie associazioni animaliste della regione. Mi batterò affinché questa proposta di legge sia ritirata. Se così non fosse presenterò una serie di emendamenti per annullarne il contenuto.