Foto: Askanews
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PADOVA – L’Università di Padova sceglie una modalità innovativa per accelerare progetti scientifici che possono crescere grazie al sostegno di tutti. Dal 30 settembre sarà attiva la raccolta fondi per il progetto “Let’s Bite Dog Lymphoma” – guidato da Luca Aresu, docente di medicina veterinaria dell’Ateneo – con l’obiettivo di raggiungere circa 30.000 euro di finanziamento e arrivare a identificare biomarcatori utili alla diagnosi precoce di questa grave malattia nel cane.

Il linfoma è uno dei tumori maligni più frequenti nel cane ed è paragonabile al linfoma Non-Hodgkin nell’uomo. Nei cani malati, più frequentemente esemplari adulti (6-8 anni), la malattia avanza senza essere diagnosticata in stadio iniziale, poiché spesso si osserva solo un aumento delle dimensioni dei linfonodi. Le razze più colpite da questa malattia sono Boxer, Basset hound, Pastore tedesco, Rottweiler, Bull mastiff, Golden retriever, Labrador retriever e Beagle.
crowfundingAd oggi, la terapia non permette ancora, se non in pochi casi, una guarigione completa e per questo motivo il linfoma del cane risulta una delle più grandi sfide per la medicina veterinaria. Chiunque volesse partecipare potrà collegarsi alla piattaforma Internet www.bitedoglymphoma.com a partire dai primi di ottobre e fino alla fine dell’anno, per iniziare il lavoro nei primi mesi del 2017.
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Tra le razze più esposte al linfoma ci sono i Basset hound

L’iniziativa (che ha visto un team di studenti universitari del corso di Marketing curare la campagna) sarà lanciata il 30 settembre al Palazzo del Bo, nell’ambito della Notte dei Ricercatori. Presso lo stand del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) sarà possibile informarsi sul progetto di ricerca e fare donazioni in contanti. I sostenitori più generosi (almeno 20 euro) riceveranno in omaggio una simpatica maglietta con il logo del progetto Let’s Bite Dog Lymphoma.

Il professor Luca Aresu crede moltissimo in questa iniziativa: “Il crowdfunding legato alla ricerca rappresenta una nuova frontiera per noi ricercatori. Il progetto nasce nel nostro Ateneo e rappresenta una sfida nei confronti di una delle patologie neoplastiche più frequenti e aggressive nel cane, dove prevenzione e trattamento medico sono ancora poco efficienti”.

 

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