CAMPO CALABRO (Reggio Calabria) – Prima dell’estate ci eravamo lasciati così: dopo aver trovato e fotografato e anche adottato e curato cani malnutriti e in cattive condizioni sanitarie al canile municipale di Reggio Calabria, quello di Mortara, insieme ad altre associazioni animaliste i volontari della sezione locale di Lndc avevano preso parte a una manifestazione in cui si sollecitavano controlli istituzionali e sanitari presso quel canile. Ebbene: pochi giorni dopo i controlli arrivarono, sì, ma nel rifugio di Campo Calabro gestito da Lndc che si sta occupando di ristrutturare quella struttura – via via che può, una raccolta fondi dopo l’altra – i cui pelosi però stanno bene. Intanto procede il progetto per il nuovo rifugio.
Sotto il solleone, a Campo Calabro scattarono i sigilli, addirittura. E quei sigilli ci sono ancora. Intanto a Mortara – un canile che neppure figura nell’elenco del telefono e i cui cani hanno dunque poche chances di essere individuati e adottati – la vita scorre nel solito tran tran. Lndc dice basta: “Gli attivisti Lndc sono pronti a organizzare una manifestazione per protestare contro il provvedimento emesso, senza alcuna reale attestazione di maltrattamento, nei confronti del rifugio di Campo Calabro e chiedere che le autorità rivolgano le loro indagini verso la struttura dove gli animali realmente soffrono e muoiono“, sbottano in una nota.
“Il rifugio di Campo Calabro, gestito da anni dalla Sezione locale di Lndc e dalla sua presidente Rosa Rogolino è ancora sotto sequestro a seguito del blitz effettuato alla vigilia di ferragosto“, fanno sapere. “Le accuse mosse alla presidente sono gravissime e infamanti per una persona che ha speso tutta la sua vita ad accudire, curare e trovare adozione a centinaia di cani e gatti randagi. La Rogolino – a cui vanno il sostegno e la stima della presidente nazionale Piera Rosati – è stata accusata di maltrattamenti e sevizie, ma senza che sia stato trovato un solo cane maltrattato o seviziato. Il provvedimento, infatti, si basa sulla possibilità che il sovraffollamento e l’inadeguatezza strutturale del rifugio possano sfociare in risse tra gli animali ospitati e mancanza di cure data l’assenza di un locale ambulatorio/medicheria”.
“L’evenienza non è tuttavia stata riscontrata durante il blitz, dato che tutti i cani stavano bene ed erano sereni. Il problema quindi è di tipo strutturale, ma questo lo sanno bene la Rogolino, i volontari e le autorità. Da tempo la Sezione LNDC di Reggio Calabria ha avviato un progetto per la realizzazione di un nuovo rifugio modello, lanciando una campagna di raccolta fondi per completarlo nel minor tempo possibile e trasferire tutti i cani in una struttura nuova e dotata di tutto il necessario. Dal canto loro, tramite decreti e varie proroghe, le autorità regionali hanno concesso fino a maggio 2017 per l’adeguamento delle strutture esistenti”. E quindi…