ANCONA – E’ una proposta di legge bipartisan che ha messo d’accordo cinque consiglieri regionali del Pd, uno di Forza Italia, uno di Uniti per le Marche e uno di Popolari Marche e punta a riammettere l’uso della catena e della gabbia per i cani oltre a ridurre il tempo minimo di divieto di separare mamma e cuccioli da 90 a 60 giorni: accade nel Consiglio regionale delle Marche che, se l’iniziativa legislativa riscuotesse successo, farebbe un salto indietro nel tempo rispetto alla sensibilità corrente e all’evoluzione nel rapporto uomo-animale, in particolare per ciò che concerne gli animali d’affezione.
“Qualora sia strettamente necessario – recita la modifica normativa – l’animale deve essere legato tramite catena mobile munita di moschettoni girevoli con anello agganciato ad una fune di scorrimento di almeno cinque metri di lunghezza”.
Oltre a consentire la possibilità di separare i cuccioli dalla madre dopo i 60 giorni di vita dell’animale, il provvedimento aumenta anche i tempi di detenzione in gabbia consentiti. “E’ vietato detenere animali in gabbia se non per esigenze sanitarie, oppure per il tempo necessario al trasporto fino all’arrivo a destinazione”, si legge nell’atto che prosegue: “Nel caso di soste tale periodo può essere prolungato per un massimo di due ore. Nel caso di partecipazione a manifestazioni autorizzate la temporanea detenzione in gabbia può essere consentita per il tempo necessario sotto il diretto controllo del proprietario”.
Non sono mancate le reazioni contrarie: “Le Marche – attacca il consigliere regionale Sandro Bisonni (Gruppo Misto) – rischiano di tornare nel Medioevo. Quanto proposto appare in evidente contrasto con l’evoluzione normativa italiana che va nella direzione della tutela delle condizioni di detenzione degli animali. Tutto ciò è grottesco“.