EDIMBURGO (Regno Unito) – Una statua, libri, persino un film per lo Skye terrier Bobby la cui testimonianza di fedeltà, nel XIX secolo, fece il giro della Scozia di bocca in bocca commuovendo tutti. La storia nota del pelosetto inizia nel 1856 quando, da cucciolotto, si fa notare dalla guardia notturna della polizia di Edimburgo John Gray che, innamoratosi di quel musetto a prima vista, lo acquista. John e Bobby diventano inseparabili. Due anni dopo, però, la tubercolosi porta via John e Bobby rimane solo. Solo e inconsolabile.

Rifiuta, Bobby, di lasciare da solo il suo amico John nella terra del cimitero di Greyfriars, periferia di Edimburgo, dove è sepolto. E quindi trascorre i 14 anni della vita che gli resta passando le giornate disteso sulla sua tomba. Il suo amore incrollabile intenerisce la comunità. Alcuni lo ospitano nelle fredde notti d’inverno. Ma ogni mattina lui esce, raggiunge la tomba di Gray e rimane lì a cuccia col suo amico. Nel 1867 si temette per la sua vita: un’ordinanza dispose infatti l’abbattimento di tutti i randagi.

Fu allora che Sir William Chambers, direttore della Società Scozzese per la Prevenzione della Crudeltà sugli Animali, lo adottò formalmente per proteggerlo, assumendosene la responsabilità dinanzi al consiglio cittadino. Bobby si spense il 14 gennaio 1872. I cittadini si preoccuparono di seppellirlo. Non volevano che riposasse lontano dal suo John ma, non potendo tumularlo accanto a lui in terra consacrata, scelsero un parco proprio vicino al cimitero. Un anno dopo, la filantropa Angela Burdett-Coutts fece erigere nel punto dove era stato seppellito una fontana e una statua in bronzo per ricordare Bobby e il suo esempio di lealtà incondizionata. In quel bronzo, negli occhi di Bobby si legge ancora l’amore che sarà poi raccontato ancora, nel 1961, del film diretto da Don Chaffey dal titolo Greyfriars Bobby (Bobby, il cucciolo di Edimburgo) tratto dal romanzo omonimo di Eleanor Atkinson. Oggi a Bobby è intitolato anche il pub della piazza.

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