canile staccionataCATANIA – Imputazione coatta per sei persone e archiviazione per altre undici: lo ha disposto il gup di Catania Gaetana Bernabò Distefano nell’ambito dell’inchiesta su conferimento e mantenimento di centinaia di cani randagi in due strutture gestite dall’associazione Nova Entra a San Giovanni Galermo e ad Adrano. Lo scrive il quotidiano La Sicilia precisando che la procura dovrà contestare, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata, maltrattamenti e abbandono di animali.

Gli indagati che restano nell’inchiesta sono i veterinari Mario Bongiorno e Antonio Seminara, il primo capo di Nova Entra, il secondo dirigente sanitario dell’associazione. Rosario Puglisi, all’epoca dei fatti dirigente comunale dell’ufficio ecologia e responsabile per le gare d’appalto (Rup), Carmelo Macrì e Carmelo Rubbino, dirigenti Asp del settore veterinario e Gaetano Bonanno, nel periodo dei fatti funzionario comunale dell’ufficio antiabusivismo edilizio.

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Il canile di Adrano prima del sequestro

L’inchiesta era nata da un esposto anonimo del luglio del 2013 e portò inizialmente a una serie d’indagini della polizia e successivamente a ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri del Nas e di una task force del ministero della sanità che trovò nella struttura di San Giovanni Galermo 570 cani in condizioni di degrado e inquinamento ambientale, tenuti in recinti a gruppi di 30-40 esemplari che si trasmettevano a vicenda dermatiti cronicizzate, leishmaniosi e altre patologie contratte e sviluppate forse anche dovendo mangiare le feci, lasciate a terra e dunque perennemente mescolate alle poche crocchette. A Adrano, poco distante dall’Etna, i cani erano invece 408 ed erano dissetati con l’acqua del torrente che attraversava la proprietà e che risultò inquinato dalla fossa settica satura.

In procura fu poi presentato un altro esposto dall’associazione L’ Altra Zampa, sostenuta poi da Lav, Pae e Lega nazionale per la difesa del cane. A carico dei sei indagati, il Gup “ravvisa l’associazione allo scopo di commettere la truffa ai danni del Comune, ottenendo un appalto per il canile di San Giovanni Galermo senza avere i requisiti iniziali e di proseguire omettendo i dovuti controlli, effettuando poi gli stessi senza rilevare gli inadempimenti comprovati dagli accessi di polizia, carabinieri del Nas e veterinari del ministero”.

 

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