ROMA – Per Mafalda non c’è stato nulla da fare: il veleno l’ha uccisa tra i dolori atroci di un’emorragia interna. Tupac, pur nelle sofferenze terribili, è invece riuscito a scampare agli effetti del topicida che era finito nel suo giardino. Sorcio, anche lui, è stato salvato per un pelo. Accusato di avere introdotto il veleno nel giardino della vicina Daniela è Mario F, 74 anni, che adesso è rinviato a giudizio con l’accusa di aver disperso nella proprietà adiacente “alcune bustine di rodenticida di colore azzurro – recita il capo d’imputazione – al fine di farle ingerire ai cani della medesima, cagionava, senza necessità, lesioni al cane meticcio Tupac“.
La vicenda risale al settembre 2013, quando Mafalda morì in circostanze inspiegabili, a seguito di un avvelenamento senza però che teoricamente fosse esposta al pericolo, dato che era a casa. La cosa si chiarisce nel dicembre successivo quando la signora nota nel suo spazio verde del veleno per topi di cui non conosce la provenienza. Nota però che la grata che separa le proprietà sua e del signor Mario è alzata. Il topicida è una sostanza proibita in quella zona che si trova all’interno di una riserva naturale, quella della Mercigliana.
Alle proteste della signora Daniela, il vicino rispose di aver utilizzato il veleno per la sua proprietà e di non avere idea di come fosse finito dall’altra parte. La discussione però aveva infiammato gli animi, tanto che Daniela aveva chiamato i carabinieri. E proprio mentre i militari erano in arrivo, ecco la scoperta: una delle bustine era stata aperta. Pochi giorni dopo, Tupac aveva iniziato a vomitare proprio come era capitato a Mafalda. Arrivare dal veterinario fu una volata. La diagnosi lascia spazio a pochi dubbi: “Quadro compatibile con avvelenamento da rodenticidi“, vi si legge. Da lì la denuncia. Nelle aule di piazzale Clodio, Mario continua a difendersi accusando i topi di aver giocherellato con le esche fino a farle finire nel terreno accanto. Vedremo cosa ne penserà il giudice.