L'esterno della Biotrial a Rennes, in Bretagna
L’esterno della Biotrial a Rennes, in Bretagna

RENNES (Francia) – Si continua a riflettere sui test clinici di farmaci, dopo lo scandalo Biotral che ha scosso la Francia quando nel gennaio scorso è morta una persona e altre quattro sono state ricoverate e solo dopo si è appreso che anche alcuni cani erano morti o avevano riportato conseguenze gravi durante le prove di somministrazione dell’antidolorifico. A prendere adesso la parola, per chiedere regole più rigide per i test clinici, sono alcuni esperti sul British Journal of Clinical Pharmacology che si esprimono dopo aver revisionato tutti i dati dell’evento critico francese. La loro attività di studio fa emergere, relativamente a quel farmaco, una sottovalutazione del rischio dovuta al fatto sia che il farmaco era già testato sui primati, sia che molecole simili erano già state impiegate sull’uomo senza particolari effetti.

Eppure il quotidiano francese Le Figaro ha rivelato che nei test preclinici il farmaco avrebbe ucciso alcuni cani. “Questo test – concludono gli autori dello studio, tra cui Michael Eddleston dell’università di Edimburgo – mostra che lo sviluppo di nuovi farmaci presenta sempre rischi. Non è possibile identificare tutte le sostanze ad alto rischio che hanno bisogno di una valutazione accurata, per cui questa va fatta di routine per tutti i test che coinvolgono nove molecole”.
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