NORTH GRAFTON (Massachusetts, USA) – Esiste una matrice genetica nei disturbi compulsivi severi del cane: la scoperta, che può aiutare la ricerca anche nel campo dei disturbi ossessivo-compulsivi nell’uomo, è stata effettuata dagli scienziati dell’istituto di medicina veterinaria della Tufts University, con sede a North Grafton. Anticipati alla stampa alla fine di febbraio, i risultati dell’osservazione, condotta su 70 cani Dobermann, sono adesso disponibili online e raccontano di come tra i disturbi mentali complessi di cui i quattro zampe soffrono e che sono affini a quelli umani figuri proprio il disturbo canino compulsivo (CCD), contraltare dell’umano disturbo ossessivo compulsivo (OCD), tra i disturbi neuropsichiatrici più comuni al mondo, definito dall’Organizzazione mondiale della sanità come tra le 20 malattie più invalidanti.
Ben si capisce dunque l’importanza di aver scovato un gene responsabile dell’aggravamento di questo disturbo. Se la OCD è spesso caratterizzata da pensieri angoscianti e comportamenti ripetitivi in termini di tempo, nel cane le compulsioni possono includere il ripetitivo rincorrersi la coda, un’eccessiva attività di leccamento e suzione soprattutto dei fianchi o, passando agli oggetti, dei lembi di cucce e copertine. “La ricerca genomica sui disturbi neuropsichiatrici umani può essere difficile a causa della eterogeneità genetica della malattia negli esseri umani”, dice il neurologo Edward Ginns, professore di psichiatria, neurologia, pediatria e patologia clinica, e direttore del programma di genetica medica presso la University of Massachusetts Medical School oltre che co-autore del nuovo studio.
I ricercatori hanno individuato vari loci che mostrano forte correlazione col disturbo grave nei cani. In particolare, essi si concentrano sul cromosoma 34, allocato nella regione dove risiedono i recettori della serotonina, e sul cromosoma 11, quello che contiene il gene della schizofrenia nell’uomo. Colpisce, per altro, il coinvolgimento del cromosoma 34 perché è proprio sui livelli di serotonina che agisce la maggior parte della farmacologia rivolta a contenere i disturbi ossessivo-compulsivi nell’uomo. “La genomica comparativa – afferma Ginns – è un approccio particolarmente interessante per rivelare le basi molecolari delle malattie negli animali consanguinei con la speranza di ottenere nuove conoscenze in queste malattie nei cani e gli esseri umani”.