Si chiamano Alfie, Alma, Lola, Storm e Kimba. Sono le nuove star del web. Le loro foto e i loro profili campeggiano su facebook, instagram e twitter. Hanno domestici e governanti a loro servizio, medici privatissimi, mangiano quotidianamente sui piatti d’argento (serviti). Adorati e accuditi, fotografati e festeggiati seguono silenziosamente i loro padroni. Protagonisti, loro malgrado. Una schiera infinita. Reale e regale. Re, regine, principi e principesse, tutti hanno un cane o più d’uno. Come Marie Chantal di Grecia o Charlotte di Monaco, Margrethe di Danimarca, inseparabile dai suoi teckel, Evita e Vega, Charlène di Monaco spesso fotografata con il suo chihuahua, Monte. Ci sono poi i cani meno aristocratici, più istituzionali e democratici come Philae, la nuova compagna del presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, un dono sembra della sua ultima fidanzata, l’attrice e produttrice francese Julie Gayet.
Una moda, un rito, soprattutto un’antica tradizione lega l’aristocrazia europea alla razza canina. Foto, ritratti, amabile convivenza. Basti pensare ai corgis della regina Elisabetta. Una grande famiglia i cui membri (padri, figli, nipoti) hanno sempre abitato ilpalazzo di Buckingham, la residenza estiva di Balmoral, il castello di Windsor. Vite parallele, sempre protagonisti anche durante le cerimonie ufficiali. Nei saloni di Buckingham Palace i corgis ‘annunciarono’, nel lontano 2007, alla squadra di rugby della Nuova Zelanda ricevuta dall’augusta sovrana, il suo arrivo accanto al principe consorte, Filippo di Edimburgo. Una passione mai stemperata, quella dei reali inglesi per gli animali. Non è un caso che Elisabetta II abbia sepolto Sugar, uno dei suoi cani prediletti, nei giardini di Sandringham. Poche righe, in inglese: “…for over 16 years the faithful companion of the queen”, ovvero: “…per 16 anni compagno fedele della regina”.
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