Ina con i volontari Enpa poco prima della partenza per l'Italia
Ina con i volontari Enpa poco prima della partenza per l’Italia

ROMA – Nessuno sa quanti siano in Bosnia i randagi. L’associazione inglese Dog Trust ritiene che nella sola Sarajevo i ‘cani senza famiglia’ siano ben 8mila. Questo lascia presupporre che il numero effettivo di trovatelli, in un paese sei volte più piccolo del nostro, possa arrivare ad alcune centinaia di migliaia considerando anche gli esemplari dispersi nelle aree più impervie del territorio. Tuttavia, in uno scenario così incerto, nel quale manca persino una stima di massima del fenomeno, ci sono alcuni punti fermi: il primo, drammatico, riguarda il numero di animali soppressi nel solo canile di Prijedor dove l’anno scorso hanno trovato la morte 800 esemplari (5.400 dal 2009); il secondo, l’assenza di una strategia organica tesa alla prevenzione del randagismo con censimenti, sterilizzazioni e registrazioni all’anagrafe canina; il terzo l’inosservanza, almeno nelle strutture di cui Enpa ha notizia, delle più elementari norme di benessere animale.

Ed è proprio questa la realtà che Enpa e Massimo Wertmuller (voce narrante, con musiche Yo Yo Mundi) testimoniano nel docufilm dal titolo Ina e gli Altri, girato lo scorso novembre durante la missione dell’Unità di Intervento Nazionale di Enpa a Banja Luka e Prijedor. Resa possibile con il supporto della nostra ambasciata a Sarajevo, la missione è stata fortemente voluta dalla presidente Rocchi sia per sostenere i volontari bosniaci (cui sono state consegnate due tonnellate di pet food), che spesso sono l’unica ancora di salvezza per i cani, sia per chiedere alle istituzioni bosniache una politica in linea con gli standard europei. E tra i cani protagonisti di quella missione proprio Ina ha avuto la ventura di lasciare la Bosnia per raggiungere l’Italia insieme all’Unità.

Il canile di Kurevo in Bosnia: qui i cani vengono soppressi
Il canile di Kurevo in Bosnia: qui i cani vengono soppressi

“In Bosnia – spiega Michele Gualano, autore del docufilm e direttore generale dell’associazione – il randagismo è un problema endemico, è un altro lascito di quella guerra civile che ha segnò la rottura del ‘patto di convivenza’ anche tra uomini e cani. Rimasti senza cure né famiglia, moltissimi di loro iniziarono a vivere in strada”. Con gli accordi di Dayton il conflitto finì, ma quel patto non fu ripristinato. Oggi, in molte aree del paese, i cani – tutti, non solo i randagi – vengono considerati alla stregua oggetti di cui disfarsi quando troppo ingombranti. “Eppure – conclude Gualano – in Bosnia le leggi a tutela degli animali ci sono. Ma la normativa viene spesso applicata a macchia di leopardo, se non addirittura ignorata. Con il docufilm Ina e gli Altri non vogliamo solo dare una testimonianza; vogliamo soprattutto favorire una la presa di coscienza di questo dramma, in Italia come in Europa”.

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