MESA (Arizona, USA) – L’ha scovata una volontaria mentre in silenzio, il respiro affannoso, agitava la coda guardandola avvicinarsi: un grumolino di paura di botte e speranza di coccole, quella piccola labrador nera col sorriso che l’indomani avrebbe percorso il suo ultimo miglio verso l’eutanasia. Il sorriso innaturale era frutto di una deformazione alla mandibola: una frattura, e poi un’infezione, che se curate subito potevano essere rimediate con recupero totale. Ma la piccola era stata tolta dalla strada solo sei settimane dopo, a calcificazione avvenuta. Così alla cagnolina non restava che sorridere a forza alla sua triste sorte.

La volontaria, tra sé e sé, la chiamò Hope, Speranza. Avrebbe voluto portarla via da quel box 204 del Maricopa County Animal Care and Control’s (MCACC) di Mesa, in Arizona, ma il custode non poteva consegnargliela: Hope era in lista, la lista della morte, per l’indomani mattina. Ma quella volontaria, Rhona, non si dette per vinta. Chiese e ottenne 24 ore di tempo durante le quali, mentre valutava attraverso i suoi colleghi le qualità caratteriali e relazionali del cane, lanciò appelli di adozione alla sua rete di contatti per quel cane già marchiato come inadottabile. Si può adottare un cane che ride? La risposta dalla rete arrivò: si può adottare eccome. Ha potuto e voluto farlo Michelle Brown, una giovane che lavora in casa e può condividere con Hope, ribattezzata Lucy nella sua nuova vita, ogni momento della giornata.

Sono passati cinque anni, da quando Lucy (Hope) è uscita dalla sua gabbia 204. Lei continua a sorridere, ma adesso è felice davvero. E anche la sua amica umana lo è: “Non esistono – afferma Michelle – cani inadottabili. Mi fa orrore pensare che il giorno in cui ho abbracciato Lucy per la prima volta era lo stesso in cui era stato fissato il suo appuntamento con la morte. Ogni cane deve avere una seconda possibilità, una seconda occhiata. C‘è un cane per tutti là fuori, nei canili e nei rifugi”.