LECCO – Aveva lasciato il cane chiuso in auto sotto il sole di luglio, e il quattro zampe morì: ora il tribunale di Lecco ha condannato l’uomo a tremila euro di ammenda per il reato di maltrattamento di animali. A nulla è valso il tentativo del difensore dell’accusato di mitigare il provvedimento proponendo l’attenuante per cui l’uomo sarebbe stato costretto a star via più a lungo del previsto dalle necessità di assistenza di un familiare. Tre ore con un calore giunto a 41 gradi non potevano che essere letali per lo staffordshire.
Il 23 luglio scorso il condannato, un romano difeso da un avvocato di fiducia che per lui ha scelto il rito abbreviato, si era recato all’ospedale Manzoni di Lecco in visita a un parente. Aveva portato con sé il cane, lasciandolo nell’auto parcheggiata. Di lì a poco, nell’abitacolo il calore era arrivato a 41 gradi: parola del consulente esperto incaricato dal pubblico ministero Cinzia Citterio. Il cane non poteva reggere. Forse neppure una persona avrebbe potuto. Erano trascorse oltre tre ore quando un passante, accortosi del dramma che si stava consumando in quell’auto, chiamò la polizia. Il cane però ormai era in condizioni tali da non farcela. Il pm aveva chiesto un’ammenda di cinquemila euro con i benefici di legge. Il difensore chiedeva invece l’assoluzione asserendo la mancanza di dolo. Il giudice ha scelto di quantificare la sanzione in tremila euro.
Il reato di maltrattamento di animali è disciplinato dall’art. 544-ter del codice penale che recita: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”.