SAN CATALDO (Caltanissetta) – “Sopprimere i randagi per risparmiare soldi pubblici”: così la pensa, riporta il quotidiano “La Sicilia”, un consigliere comunale di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. La dichiarazione choc, che riporta indietro le lancette della normativa italiana, ha scatenato inevitabili reazioni. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ad esempio interviene rammentando il dettato legislativo sulla materia, forse ignorato dal consigliere comunale in questione: “La legge italiana – ricorda in una nota LNDC – prevede che i cani possano essere soppressi solo se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità. Affermare, come nel caso in questione, ‘io sono per la soppressione’ è come dire ‘io sono per il furto’ o ‘io sono per l’omicidio’: vuol dire essere favorevole a un reato, essere contro la legalità. La soppressione dei cani è stata regolamentata in questo modo ben 25 anni fa, con una norma (Legge Quadro 281/91) allora all’avanguardia in Europa. Promuovere il ritorno alla soppressione come strumento per evitare il randagismo non solo rappresenta un salto indietro di 25 anni dal punto di vista della civiltà ma anche una visione distorta del problema. Inoltre la politica di sterminare gli animali vaganti si è sempre rivelata fallimentare”.
Secondo la Lega Nazionale per la Difesa del Cane le vere misure da adottare per prevenire e ridurre il fenomeno del randagismo sono ben altre: “Bisogna mettere in atto una seria politica di controllo delle nascite dei cani senza proprietario che, vale la pena di ricordarlo, ai sensi di legge in realtà un proprietario ce l’hanno sempre – scrivono da LNDC – ed è il sindaco del comune in cui si trovano, il quale è responsabile del loro benessere. Non solo. Gli Enti preposti dovrebbero incentivare la sterilizzazione dei cani di proprietà e vigilare affinché tutti i cani vengano identificati e iscritti nell’anagrafe regionale. Inoltre, per ridurre il dispendio di risorse pubbliche che tanto preoccupa il consigliere comunale di San Cataldo, i comuni dovrebbero promuovere e incrementare le adozioni responsabili degli animali ospiti dei canili comunali o convenzionati. In questo modo si potrebbe garantire una vita dignitosa a tanti cani carcerati senza colpa e al tempo stesso dare sollievo alle casse comunali”.