Da sinistra Cannella (anche nel riquadro), il suo collega Budino e Francesca Mugnai
Da sinistra Cannella (anche nel riquadro), il suo collega Budino e Francesca Mugnai

FIRENZE – Sono centinaia i messaggi di cordoglio che in queste ore stanno arrivando alla fattoria di Antropozoa, l’associazione che si occupa da 20 anni di attività assistite con gli animali e che è in Italia il punto di riferimento della Pet therapy pediatrica: è perché se n’è andata Cannella, labrador di 12 anni, uno dei cani simbolo delle terapie con gli animali, una quattro zampe speciale che ha contribuito a costruire la storia di questa disciplina in Italia, varcando e attraversando mondi nuovi nella sanità. Donava coccole e cure ai bambini, ai disabili, agli anziani, ai malati, ai ragazzi con autismo, sempre in coppia con i suoi operatori a due zampe. La sua morte ha colpito molte persone che stanno mandando messaggi fisici e virtuali (anche attraverso la pagina Facebook di Antropozoa) a Francesca Mugnai, l’esperta di Pet therapy con cui Cannella lavorava.

In molti – ricorda l’associazione – l’hanno incontrata negli ultimi 12 anni nei reparti dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove era di casa: entrava dalla porta principale, come tutti i cani di Antropozoa, e aveva libero accesso con il suo operatore umano in tutti i reparti, anche quelli più delicati come l’Oncoematologia e la Rianimazione. Tanti bambini l’hanno rappresentata nei loro disegni, moltissimi genitori l’hanno amata per la sua capacità di accompagnare nel silenzio e nel dolore della malattia i piccoli, con leggerezza, delicatezza e tanta generosità.

Una dote naturale, ma anche imparata grazie alla sua lunga esperienza in coppia con il suo operatore umano. Cannella – evidenzia Antropozoa – è stato il primo cane a costruire un modello di intervento nella umanizzazione delle cure, integrando il suo modo di essere, pieno di empatia, con il reparto in cui si trovava. E’ stata anche una maestra per tanti altri quattro zampe dell’associazione. Migliaia di bambini hanno incontrato e amato il suo musetto e quello sguardo che parlavano da soli. La sua presenza ha permesso agli operatori sanitari di fidarsi di un cane a livello sia emotivo sia igienico-sanitario, di costruire protocolli e di credere che anche la cura con la coda è speciale e in certi momenti davvero fondamentale nell’accompagnare e sostenere i piccoli. Cannella era amata dai medici e dagli infermieri che avevano imparato il suo modo di comunicare attraverso il suo sguardo, la sua calma.

Il lavoro di questo cane-dottore è stato protagonista di ben 4 pubblicazioni scientifiche e ha permesso di progettare il ‘metodo Antropozoa’: l’operatore è l’attivatore e facilitatore insieme e con l’animale di dinamiche relazionali complesse e strategiche, in cui si realizza il cuore dell’intervento di Pet therapy. Molti i bambini che Cannella ha convinto ad alzarsi dal letto dopo difficili interventi neurologici: è stata per loro uno stimolo a reagire psicologicamente e fisicamente. Ha accompagnato tanti piccoli nella malattia fino all’ultimo giorno, soffrendo per la loro partenza e consolando in maniera istintiva le loro famiglie. In suo nome nascerà un gruppo donatori di sangue, composta da cani generosi che oltre a distribuire sorrisi potranno aiutare altri loro compagni a 4 zampe.

“Per noi è stata una compagna, una collega, un’amica – dice Francesca Mugnai, presidente dell’associazione Antropozoa -. Grazie al suo istinto, abbiamo potuto testare insieme a Cannella nuove prospettive della Pet therapy della quale è stata una pioniera. Non verrà mai dimenticata. I messaggi di affetto che ci stanno arrivando anche dall’estero testimoniano che è rimasta nel cuore e nella mente di molte più persone di quanto potessimo immaginare, lasciando l’impronta della sua zampa in tanti cuori”.

 

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