Spesso capita di andare a casa di amici e vedere i loro pelosi che, al momento dell’uscita dalla casa dei loro padroni oppure a seguito di una richiesta, si dirigono in buon ordine verso la propria cuccia e sistemandosi comodamente. A molti sarà altresì capitato di domandarsi, immaginando il proprio cane a casa in piedi sulla spalliera del divano o accoccolato sul nostro cuscino: “Ma perché il mio di cane non ci va nella sua cuccia?“.
Ovviamente la risposta c’è e c’è anche qualche suggerimento per provare ad abituare Fido a farlo. Lui non parla la nostra lingua, quindi è abbastanza inutile (per lui, ma soprattutto per voi) passare ore a spiegargli le comodità della sua cuccia rispetto al nostro cuscino piuttosto che tediandolo con un trattato sulla proprietà privata.
Innanzitutto, ancora una volta, facciamo riferimento al suo retaggio evolutivo: il cane è un animale da branco e come tale segue una serie di logiche e di comportamenti molto precisi e coerenti. In natura sono solo il capobranco e la femmina dominante ad avere una posizione privilegiata in fatto di sistemazione notturna, dormendo in un punto più alto rispetto al resto del branco.
Ecco quindi presto piegato dove abbiamo sbagliato, confondendo le sue idee fin da piccolo: l’abbiamo lasciato dormire sul letto! Soprattutto quando è cucciolo (lo so che è dura quando piange e ci guarda con quegli occhioni languidi e teneroni) dobbiamo tenere la posizione e fargli capire in modo deciso che il letto non è per lui. Stessa cosa per divani o poltrone “proibiti” chiaramente. Oltre che alla questione specifica della cuccia, questo aspetto è molto importante anche per la corretta impostazione della gerarchia domestica, nella quale il cane deve riconoscere noi come capobranco, altrimenti – potete immaginarlo – le conseguenze rischieranno di diventare catastrofiche per la nostra convivenza!
I posti dove può o non può salire devono essere stabiliti e definiti con determinazione e coerenza; meno confusione gli procuriamo, più sarà facile per lui assecondare le nostre esigenze. Prima di tutto, quindi, deve essere ben definita la sua cuccia.
Erroneamente molti padroni pensano che la cuccia sia un luogo punitivo, in cui mandare un cane monello o dispettoso, senza realizzare che invece la cuccia dovrebbe essere “il suo luogo“, la sua oasi sicura e confortevole per il riposo, per quando si sente poco bene, per quando ha bisogno di sentirsi al sicuro e per conservare i suoi giochi e qualche provvista.
Per insegnare al cane ad andare nella sua cuccia dobbiamo metterci vicini ad essa e chiamarlo, battendo la mano sulla cuccia, dicendo con decisione ma tono calmo “a cuccia!“. Appena Fido entra nella sua cuccia premiamolo con un biscottino e una carezza, magari ripetendo la parola “cuccia” per fare in modo che la associ ad una situazione di piacere e amore.
Per oggi è tutto, ci becchiamo per il prossimo “perchè?“.