SINISCOLA (Sassari) – Sommerso da un coro di buuuu, il sindaco di Siniscola Rocco Celentano ha ritirato l’ordinanza emessa il 16 novembre scorso con la quale fissava a un massimo di 3 i cani concessi in ogni casa. “Signor Sindaco, a quando l’ordinanza per non più di 2 figli per famiglia’? Gli altri cuccioli, dopo 40 giorni di svezzamento, vengono buttati o soppressi?”, lo apostrofava caustica una lettrice dall’edizione online de La Nuova Sardegna che sulla questione aveva addirittura avviato un sondaggio online. E ancora: “Sindaco ma che dici? Uno e libero di avere tutti i cani che vuole e non c’è nessuna legge che lo vieti”, ricordava un altro lettore al primo cittadino. Effettivamente, la giurisprudenza sinora pare aver proceduto in senso opposto rispetto a quanto disposto dal sindaco Celentano, incentivando le adozioni dei cani. Nel 2010, con sentenza 7387, il Consiglio di Stato accoglieva il ricorso di una coppia piemontese dopo aver valutato l’idoneità dei luoghi adibiti al mantenimento degli animali a prescindere dal loro numero. E insomma, lì si stabilisce che il Comune non può vincolare il numero di animali da detenere se le condizioni degli spazi sono adeguate. Invece nell’ordinanza di Siniscola, che il sindaco afferma di aver adottato onde evitare il disturbo della quiete pubblica provocato dagli abbai dei cani, non si fa distinzione tra appartamento in centro abitato e casa in campagna. Sempre tre cani al massimo.
Il provvedimento prevedeva deroga temporanea per i cuccioli, giacché deve esser parso difficile obbligare le cagnoline partorienti a sfornare un massimo di 3 piccolini. Dunque, l’ordinanza prevedeva che se uno dei tre cani regolamentari avesse fatto una cucciolata, il proprietario vi potesse provvedere per 40 giorni, dopodiché i piccoli avrebbero dovuto trovare altra sistemazione. La prima ordinanza sull’argomento era datata 25 agosto, ma il 16 novembre il testo è stato in parte rettificato rendendo le disposizioni ancora più restrittive: i cani, inizialmente 5, sono diventati 3. Preso d’assalto dalle proteste dei cittadini, delle associazioni animaliste e del mondo politico, Celentano alla fine quell’ordinanza l’ha ritirata dandone notizia con un comunicato stampa in cui però ribadisce che «esiste un disagio segnalato da numerosi cittadini determinato dalla noncuranza con la quale alcuni detengono i cani, soprattutto negli alloggi urbani, oltre a problemi di preservazione della quiete pubblica ed incolumità negli spazi aperti». Tutto lascia presagire, dunque, che il sindaco stia valutando un nuovo provvedimento rimodulato.
Intanto dice la sua la Lega Nazionale per la Difesa del Cane: “E’ allarmante – afferma l’associazione in una nota – la leggerezza con cui a volte le persone che esercitano il potere non tengono in debito conto le potenziali conseguenze dei loro atti. Se l’ordinanza non fosse stata ritirata che fine avrebbero dovuto fare i cani in più rispetto ai tre previsti? Essere rinchiusi in un canile? Andare a ingrandire la schiera di randagi che già popolano la Sardegna? Al momento questi pericoli sono scongiurati ma LNDC vigilerà con molta attenzione sull’evolversi della situazione, affinché ai quattro zampe di Siniscola sia garantito il benessere previsto dalla legge e dal vivere civile che almeno a chi si occupa delle cosa pubblica, come i sindaci, dovrebbe avere ben chiaro in mente”.