MONDRAGONE (Caserta) – E’ il primo spazio museale pensato per raccontare l’evoluzione e il rapporto cane-uomo attraverso itinerari artistici, cinematografici, televisivi, storici ed educativi che generano un percorso attraverso il riconoscimento di cani di 40 razze differenti e l’interazione con cagnolini che altro non chiedono che essere adottati. Si chiama Foof, nome onomatopeico che richiama il verso dolce e affettuoso del compagno quattrozampe rilassato, e si trova a Mondragone in provincia di Caserta dove si estende per oltre 70mila metri quadrati tra verde e spazi espositivi con reperti anche molto particolari. Esiste la possibilità di elaborare offerte formative dedicate alle scuole, per eventuali gite scolastiche in cui il senso della formazione ampli l’orbita della cultura fino ad abbracciare la sensibilità ambientale e la cultura cinofila. Non solo, perché Foof è anche rifugio ma stravolge l’idea consolidata di canile come posto per pelosi sfortunati. Al Foof non solo i cani abbandonati sono ben accuditi in aree qualificate, ma hanno la possibilità di vivere uno spazio aperto al grande pubblico e di andare incontro, dunque, a maggiori opportunità di adozioni responsabili.
Tornando al museo, accanto ai reperti fossili e storici che ricostruiscono l’evoluzione morfologico-strutturale del cane e della sua anatomia, tra le collezioni spicca quella di collari che, con i suoi 120 esemplari, è una delle più ricche a livello europeo e comprende pezzi d’epoca romana, medievali, barocchi ma anche contemporanei. La loro evoluzione è testimoniata in maniera diretta ma anche indiretta, attraverso dipinti e sculture dell’antico Egitto o le rappresentazioni pompeiane. Nel medioevo, il collare aveva una precisa funzione protettiva del cane che sorvegliava le greggi, ed era dunque munito di punte metalliche. I collari di origine tedesca e austriaca d’epoca barocca avevano invece funzione decorativa e identificativa del cane ed erano realizzati in pelle con ornamenti d’ottone.